Pubblichiamo una riflessione sulla crisi greca di Joe Cossari, coordinatore Ctim Australia
Il problema della Grecia è dato dal fatto che il suo debito non poggia su un economia forte, ma incentrata prevalentemente su turismo e distribuzione, settori notoriamente sensibili alla crisi economica. L’Unione Europea si è interessata solamente ad elargire nuovi fondi senza curarsi del modo con cui essi venivano spesi. A farne le spese non è soltanto la credibilità della Grecia, ma anche quella dell’UE nei confronti di altri paesi come Spagna, Portogallo e Italia che non hanno beneficiato di aiuti altrettanto generosi nel momento del bisogno. Non è inoltre ammissibile che un paese riesca ad entrare nell’Unione Europea falsificando i propri bilanci. Viene a mancare così quella correttezza indispensabile per la cooperazione tra le nazioni facenti parte di un’unica organizzazione.
Come si può pensare infine di attrarre gli investitori e convincere i creditori a non tirarsi indietro quando manca un governo con un idea politica chiara che prima sfida l’Unione Europea e che poi si nasconde alle spalle dei cittadini attraverso un referendum? Con questi presupposti non è possibile rimanere nell’Unione Europea.