Hanno criticato il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il leader riconosciuto non solo della Turchia ma della Fratellanza Musulmana. Per questa ragione i giornalisti Fiamma Nirenstein e Nicola Porro sono stati aggrediti da un sito web.
Come noto, la prima è stata pluri inviata di storiche testate italiane, scrittrice, già deputata per il Popolo della Libertà e Vicepresidente della Commissione Affari Esteri, attualmente è Senior researcher presso il think thank israeliano Jerusalem Center for Public Affairs (JCPA) e nel 2011 è stata inserita nella lista, che ogni anno compila il quotidiano Jerusalem Post, dei “50 ebrei più influenti del mondo”. Porro, vicedirettore del Giornale, al momento conduce il programma in prima serata su Rete 4 Quinta Repubblica, oltre ad aver scritto vari pamphlet sul mondo liberale.

“Una spaventosa aggressione alla libertà di opinione”. Definiscono così i due giornalisti il contenuto di un recente articolo del quotidiano in rete ‘La Luce” in risposta a loro articoli apparsi sul ‘Giornale’. E osservano: “Di questi tempi un attacco del genere suona di indubbio, indiscutibile incitamento a colpire con mezzi violenti e persino violentissimi, come è già successo in Francia, chi non si sottometta alla censura preventiva che vieta di dire la parola Islam e islamismo. E’ stato scioccante – ha proseguito Nirenstein – vedermi additata come ‘islamofoba’ insieme ai miei bravi colleghi Nicola Porro, Vittorio Feltri, Giulia Belardelli. Saremmo tutti ‘alfieri’, anzi, della propaganda islamofoba”.
“Il sito – ha proseguito – che fa riferimento a Davide Piccardo, figlio di Hamza per anni ai vertici dell’UCoii, legata alla Fratellanza Musulmana, chiede di ‘attivarsi per almeno contrastare questo flusso incontrollato di antipatica disinformazione’. Attivarsi? Sarebbe bene che qualcuno chiedesse spiegazioni tecniche e legali a chi cerca di tacitare i giornalisti italiani.”
Nirenstein ha sottolineato che “ingiustamente offeso, secondo l’opinione del sito, sarebbe Erdogan, il presidente turco, il leader riconosciuto non solo della Turchia ma della Fratellanza Musulmana. Ne discute tutto il mondo, ma adesso sarebbe proibito”. Per cui chiedono infine un “opportuno” intervento della Fnsi come parte di una “reazione civile e di difesa dei diritti umani, chiara e forte per far prevalere il buon senso e la legge. Legge che in Italia difende la libertà di opinione e condanna l’incitamento alla violenza.”

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