Spente le luci milanesi, l’esposizione universale si trasferisce a Dubai. Il viaggio di Expo per arrivare negli EAU passa dal Kazikistan, l’edizione sarà quella di Astana 2017, ma la manifestazione non ha ancora fatto registrare i livelli di interesse dell’appena conclusa edizione italiana e dell’ormai prossimo evento che si terrà a ridosso del Golfo Persico. E’ quindi Dubai l’obiettivo a cui le imprese nostrane puntano.
Abbiamo provato ad analizzare la ‘Road to Dubai’ dell’Italia con Elisabetta Norzi, giornalista torinese e curatrice del portale ‘Dubaitaly’, da sette anni ormai emigrata negli Emirati Arabi. E’ stata lei a garantirci che l’esposizione è già priorità, “gli Emirati stanno puntando moltissimo su Expo 2020, a partire dal miglioramento delle infrastrutture della città fino a nuovi e complessi progetti edilizi, alcuni davvero mastodontici – racconta – ne sono esempi il Dubai Water Canal, progetto da 545 milioni di dollari che collegherà Business Bay e la zona del al mare, il Museum of the Future, esposizione dedicata interamente all’innovazione, l’ammodernamento della parte storica della città, oltre a progetti interi nuovi quartieri residenziali, parchi a tema e centri commerciali”.
‘Connecting Minds, Creating the Future’, collegare le menti, creare il futuro. Sarà l’innovazione il tema di Dubai 2020. Non sarebbe potuto essere che questo il topic di una manifestazione che si sviluppa in una delle terre che più di qualsiasi altra ha visto migliorie e sviluppi nell’ultimo mezzo secolo. Curioso è il ruolo dell’Italia nello sviluppo di questa terra, dallo stivale arriva la cultura nel settore del food and beverage e della moda così come confermato dalla giornalista torinese: “Il Made in Italy continua senza dubbio ad essere sinonimo di qualità e stile. Sicuramente il food, la moda e il design, ma anche la cultura e l’arte, sono i settori che ancora caratterizzano l’Italia, negli Emirati e nel mondo. Oltre ad essere le piattaforme maggiormente in crescita – poi i dati della Camera di Commercio – per quanto riguarda l’esportazione italiana negli Emirati compaiono al primo posto il settore della gioielleria, seguito da quello dei macchinari e dalle apparecchiature industriali”.
Attestati di stima importanti, considerato il periodo difficile che questi settori vivono in patria. Il mercato emiratino è tra quelli che meno ha sofferto la crisi arrivata dagli States nel 2008, oggi gli EAU non sono più infatti l’Eldorado del Medio Oriente dove trovare lavoro e fare fortuna facilmente. Negli anni è cresciuta la concorrenza in tutti i settori e di conseguenza si è alzato il livello qualitativo del mercato. Un mercato alla ricerca di figure professionali sempre più qualificate con aziende decisamente più prudenti e razionali negli investimenti. Il paese rimane comunque il baricentro del business mediorientale, con un mercato in crescita che offre sempre nuove opportunità.
E’ sempre più frequente lo spostamento del core business delle aziende tricolore fuori dai confini nazionali. La spiegazione è sempre nelle parole della direttrice di ‘Dubaitaly’: “Gli Emirati rappresentano una piattaforma unica, sotto diversi punti di vista: la posizione geografica che permette di accedere a opportunità di business non solo in Medio Oriente, ma anche in Africa, Iran, o nelle CIS countries, la sicurezza degli investimenti, la stabilità politica in un’area molto complicata, le avanzate infrastrutture logistiche, il regime fiscale”. E aggiunge: “Come ha sottolineato l’Ambasciatore d’Italia Liborio Stellino, in un’intervista rilasciata a Dubaitaly, i rapporti bilaterali tra Italia e Uae non sono mai stati così forti. Ciò significa avere in qualche modo riconosciuto la complementarietà o, meglio, il carattere sinergico dei sistemi economici dei due paesi”.
La curatrice del portale ‘Dubaitaly’, da sette anni negli Emirati Arabi, come valuta il ruolo dell’Italia ad Expo 2020?” Certamente l’Italia sarà una presenza forte a Expo Dubai 2020, anche e soprattutto per trasferire tutta l’esperienza e il know how di Milano 2015, un Expo, quello del capoluogo lombardo, che senza dubbio ha ridato vita, e in maniera innovativa, a una manifestazione che aveva perso vivacità e interesse. In questo senso lo sforzo delle istituzioni italiane presenti negli Emirati sarà proprio quello di accompagnare Dubai al 2020”.
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