Un altro duro colpo alla promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo arriva dall’ennesimo taglio alla dotazione: questa volta si tratta di 2,6 milioni di euro curiosamente nel giorno in cui atterra a Roma il nuovo Air Force Italia, costato ai contribuenti parecchi milioni di euro.
Fuori da retorica e demagogia, urge però sottolineare il cattivo gusto della decisione. Non solo si affossa (definitivamente?) l’idea di esportazione della cultura italiana e della promozione della lingua tanto sponsorizzata in passato, ma si avalla di contro una spesa realmente inutile come quella del nuovo Airbus.
Al paese serve coerenza e quella ricerca del concreto richiamata da Indro in una famosa massima: «L’Italia, oltre ad aver sempre mescolato il serio con il futile, ha spesso preso il futile come l’unica cosa seria».