Il quotidiano sportivo QS ha titolato: “Tiro con l’arco – Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico”. Nel sottotitolo: “Mandia, Boari e Sartori stupiscono il mondo ma cedono il bronzo a Taipei”. Ha scritto Bezzicante, brillante giornalista della Rete: “Apriti cielo! Contestazioni sui social e protesta della federazione del tiro con l’arco; conseguenza: immediatamente rimosso il direttore della testata”. Ha commentato Libero: “Ha vinto il politicamente corretto, ha perso il buonsenso a favore della boria che tracimava dai profili Facebook per tutto ieri”.
Destra e sinistra sono apparse alquanto unite nel denunciare la presunta political correctness di cui il licenziamento del responsabile del malaugurato articolo sarebbe stato la conseguenza. Leggendo online i commenti dei lettori dei quotidiani italiani, ci si rende conto che anche il popolino-populista si è dichiarato nella quasi totalità a favore dell’autore del malaugurato titolo. Nei loro commenti ai giornali, molti hanno rincarato la dose contro le cicciottelle prendendole a bersaglio di ulteriori commenti sessisti.
Cosa dire? Io sono contro la ridicola political correctness, che però in questo caso mi pare c’entri come un cavolo a merenda. Il titolo di un articolo contiene in genere l’essenziale della notizia. Quel cicciottelle presentato come dato essenziale per identificare le tre atlete, rappresentanti dell’Italia alle Olimpiadi è, almeno per il mio sentire, vero e proprio bullismo, mancanza di rispetto per la dignità altrui, e anche, sì, stupido maschilismo. Io ravviso ironia anche nel sottotitolo: “Mandia, Boari e Sartori stupiscono il mondo ma cedono il bronzo a Taipei”. Che all’origine dello stupore del mondo nei confronti delle nostre arciere vi sia proprio questa loro anti-atletica e anti-estetica ciccia?
“Miracolo”, “stupiscono il mondo”. Strano che nessuno abbia rilevato questi altri termini, che secondo me completano il quadro della presa per i fondelli di questo trio di atlete che “stupiscono il mondo” – sembra dire l’articolista – proprio per i loro fondelli ben pasciuti.
“L’imbarbarimento del linguaggio politico” è uno degli argomenti invocati da Bezzicante e da altri per giustificare la caduta di tono del linguaggio del giornalista sportivo autore dell’articolo. Equiparare la scrittura di un commentatore di giochi olimpici al linguaggio usato da politici e giornalisti politicizzati contro i loro avversari è ricorrere a una pietra di paragone falsa: la “faccia” dei politici è uno strumento di cui essi si servono in politica con buon profitto. Le stesse cosce della Maria Elena Boschi forniscono a quest’ultima un innegabile vantaggio politico, e di ciò sia lei, che le valorizza come può, sia lo stesso Renzi, che le ammira come tutti noi, sono ben consapevoli. Quindi in politica dovrebbero essere ammissibili anche certi colpi bassi incentrati sul fisico, nei limiti della decenza però. In tutto il mondo, e non solo in Italia, avviene così. Nella penisola tuttavia, anche in questo, si esagera. È doveroso a questo punto precisare che sono gli stessi attori che troviamo sulla scena politica italiana, nei suoi corridoi, o in tv, a prestarsi alle continue battute da comica permanente. Sia Grillo, comico di carriera, sia Berlusconi, intrattenitore nato anche se la sua verve è molto scemata dopo la perdita del potere, sia Sgarbi, istrionico e narcisista, sia Salvini, che fa tanto forzuto da fiera paesana, sia lo stesso Renzi, dotato di un manierismo e di un volto alla Mr. Bean, sia un’infinità di altri personaggi pubblici italiani dello stesso stampo, sono la carta da visita di un’Italia sempre più da scadente commedia dell’arte.
Trovo veramente strano che, a giudicare anche dai commenti pervenuti ai giornali, pochi si rendano conto del fatto che questo “cicciottelle” è una forma di bullismo; stupida, inopportuna e vigliacca anche perché condotta contro tre atlete che rappresentano, che si voglia o no, l’Italia, e che quindi rappresentano tutti noi (popolo composto da molti giullari, nei quali pero’ molti di noi “italiani all’estero” rifiutano di riconoscersi). Queste atlete, oltretutto, si sono sobbarcate a sacrifici, hanno dato prova di grande autodisciplina, e con una vittoria alle Olimpiadi nel tiro all’arco non speravano certo di poter iniziare a campare lautamente, come avviene invece per i divi del calcio o di altri atleti professionisti, stracarichi di denari e di onori, e verso i quali quindi non dovrebbero mancare, quando necessario, gli sberleffi. Tutto ciò che potevano sperare era il successo alle Olimpiadi. Meritavano pertanto un trattamento dignitoso da parte della stampa, soprattutto nazionale, e anche qualche parola di lode dopo aver subito la grande delusione di aver mancato per così poco il podio. In assenza delle medaglie olimpiche sono gli articoli di giornale, e non molto altro, che le tre arciere mostreranno un giorno per ricordare che parteciparono ai Giochi, dove persero per un punto la medaglia di bronzo.
Quel “cicciottelle” è una presa per il c…, gratuita, offensiva, e completamente fuori luogo. Che si metta fine a questo continuo sghignazzare a spese degli altri: in questo caso a spese di tre atlete che rappresentano l’Italia, e quindi rappresentano anche me, italiano espatriato in Canada. Basta con quest’Italia da avanspettacolo di bassa lega… Facciamo i seri. L’arena politica, si’, è il campo delle pernacchie, ma chi vi entra sa quello che lo attende. Inoltre i privilegi e gli emolumenti riservati agli “Onorevoli” sono un compenso generosissimo e direi fuori misura per questo rischio di pernacchie. Pernacchie che meriterebbero ampiamente. Immortalare tre anonime atlete, che il gran pubblico non conosce, con un gratuito e crudele sberleffo, il giorno della loro mancata medaglia, è invece pura vigliaccheria. E rendersene conto non è fare della “political correctness” ma dell’antibullismo.
Chi si arrampica sugli specchi tirando in ballo il teatrino Italia e i politici, finisce col tradire il proprio spirito di parte e l’imperio della propria ideologia, se addita, come esempio di gente adusa a proferire insulti, i propri avversari politici, evitando di citare i comportamenti della parte politica opposta. Mai che qualcuno menzionasse, ad esempio, l’allora sindaco di Roma, Ignazio Marino, che chiamo’ “topi di fogna da ricacciare nelle chiaviche” gli avversari di destra.
Lo stesso Matteo Renzi, in un discorso di non molto tempo fa, che a me fece molto male, pronunciato a una festa dell’Unità – non l’unità d’Italia – divise gli italiani in due categorie: gli “esseri umani” e le “bestie”. E nella categoria delle bestie mise coloro che osano elevare critiche contro questo assurdo buonismo immigrazionista che permette a una marea di gente di sbarcare “legalmente” in Italia; senza che avvengano i dovuti accertamenti sul paese di provenienza, e sulla reale identità e sugli antecedenti di questi “rifugiati”, e senza che si cerchino di valutare le conseguenze di questo abusivismo immigratorio, per il quale l’Italia, paese già in preda al caos e agli odi civili, finirà col pagare un prezzo molto alto.
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