“Io so bene come ragiona chi ha molti soldi: non vuole prati né musei” ha detto qualche giorno fa l’imprenditore Flavio Briatore da Otranto, annunciando l’apertura di un resort della sua catena lux in Puglia. L’arrivo e gli investimenti di capitali in un territorio come l’Italia che fa del turismo il suo brand mondiale, è sempre da salutare con entusiasmo e interesse, stimolando anche le istituzioni ad essere foriere di utilità e non di lacci burocratici.
Il Salento e la Puglia possono contare, oltre che sui numeri degli ultimi tre anni, anche sull’aeroporto internazionale nel capoluogo, sui voli Ryan a Brindisi e su uno scalo per crociere a Bari. Poche settimane fa, per dire, la star Madonna ha soggiornato nel resort Borgo Egnazia, che ha vinto il premio come lux resort del 2016.
Ma il punto è un altro. La presenza di un turismo di high profile è certamente da incentivare e da accogliere senza paraocchi ideologici, privo però di quella spocchia di chi pensa di avere il sole in tasca. Non siamo così certi che ai ricchi (quelli veri e magari anche eleganti) spiacciano i musei, i prati o le masserie. Anzi.
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