Comunicazione e violenza? Non devono andare a braccetto

adelfia-locandinaComunicazione e violenza? Non devono andare a braccetto”. È la traccia che sarà seguita dal direttore di Prima di Tutto Italiani, Francesco De Palo, il prossimo 15 febbraio ad Adelfia (Bari) in occasione dell’incontro/dibattito promosso dalla locale Azione Cattolica nell’ambito delle Celebrazioni per la 50^ Giornata Mondiale della Pace, e moderato dal giornalista della Tgr Puglia, Enzo Quarto.

Il seminario, organizzato dal Presidente dell’Azione Cattolica della parrocchia San Nicola di Bari, Enzo Barile e da Giuseppe Panzarini, presidente di Azione Cattolica della parrocchia Immacolata, vuole essere una riflessione sull’uso della comunicazione, considerando che troppo spesso, ormai, la violenza verbale risulta essere una realtà a noi vicina. Il Papa, nel suo messaggio “la nonviolenza: stile di una politica per la pace”, ha invitato tutti gli uomini di buona volontà “a prendersi cura gli uni degli altri, in modo disinteressato” e a superare “gli attriti o addirittura i conflitti, non con la forza, ma con il dialogo”.

“L’Azione Cattolica Italiana propone, in questo anno associativo, di confrontarci e riflettere sulle beatitudini evangeliche e la comunicazione, nelle varie espressioni, – osserva De Palo – in una contingenza caratterizzata dalla violenza verbale, mediatica e social in tutti i campi: dalla politica all’immigrazione. Un panorama deleterio e diseducativo, reso ancora più grave dal fatto che moltissime sono le responsabilità dei media che titolano ormai in maniera scurrile e pretestuosa, e di adulti che, sotto falsa identità, fomentano questa violenza verbale sui social network e finanche nelle chat di whatsup. L’occasione – conclude – sarà utile per mettere alcuni punti fissi, partendo da quella grande Bibbia sociale che è stata La Repubblica di Platone, interrogandoci su come il cittadino può essere soggetto pensante attivo e non urlatore di professione, e arrivando a maturare una consapevolezza culturale che sia tale. E non mera voglia di parlare e insultare per il macabro gusto di farlo”.

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