Achtung Spread. Ma la colpa non è delle elezioni italiane

Di Francesco Braga

Lo spread tra i tassi italiani e quelli tedeschi si starebbe allargando; i giornaloni sinistri indicano questo come la logica conseguenza della vittoria di Fratelli d’Italia del Settembre 2022. Hanno chiaramente torto e ignorano artatamente che lo spread è la conseguenza di decisioni sbagliate dei politici – noi non abbiamo ancora iniziato a governare! Gli stessi giornaloni indicano le azioni della finanza internazionale come generatrici di questo spread.

Ma è proprio così?

Bisogna distinguere tra “causa” ed “effetto”. Più che la finanza internazionale sono i politici sinistri che con scelte sbagliate creano le condizioni di crisi finanziarie e dunque di problemi di spread. La “speculazione”, termine usato per indicare la messa in atto di precise scelte di finanza, non ha interesse a creare problemi, salvo nel caso di persone come Soros, senza dimenticare che le manipolazioni di mercato sono illegali, almeno nei mercati sviluppati. Fermo questo, se i politici creano condizioni tali da far presagire o addirittura mettere in atto una crisi, la speculazione agisce per aggiustare i prezzi relativi di beni e strumenti finanziari, in modo che domanda ed offerta possano coordinarsi. In sostanza, in questo caso la speculazione agisce in base alle condizioni create dalla politica. In un certo senso, almeno idealmente, la speculazione non agisce da sé, non è aggiottaggio – non confondiamo le due cose. La finanza, tramite oculate operazioni sui mercati fa il suo lavoro che è quello di agire per adeguare i prezzi alle condizioni di mercato conseguenze queste anche e spesso soprattutto di scelte dei politici. E’, in un certo senso, il “mark to market” dei politici, il tenere i politici legati alle conseguenze delle loro scelte, virtuose o meno che siano.

E allora, cosa deve fare la politica? 

La strategia migliore è quella che ha magistralmente enunciato Giorgia: visione chiara, trasparenza di comunicazione, chiarezza nell’agire, fermezza, determinazione e coerenza (quindi nessuna sorpresa creativa determinatasi in conseguenza di scelte politiche fantasia). Insomma, agire come agirebbe un buon padre di famiglia (un concetto che una volta veniva insegnato nelle universita’ prima che gente come il rettore Montanari conquistasse l’orecchio dei media sinistri).

Dunque mostrare di aver chiaro in testa quali siano i problemi da risolvere (ahimè numerosi) e in che ordine di priorità farlo, come gestirli in modo responsabile (eticamente ed economicamente), razionale (secondo le regole di mercato – perché’ l’ultima cosa da fare è inventarci programmi fantasia come il 110%) ed efficiente (senza sprechi e ritardi storicamente associati alla fumosa burocrazia che però sta cambiando). Insomma come comportarsi razionalmente senza ipotecare la casa per finanziare le fisime dei politici (per es.: banchi a rotelle, RdC finalizzato al procacciamento di voti senza risolvere problemi anzi peggiorandoli e così via). 

Tutto questo per dire che la speculazione, che non è aggiotaggio, non e’ necessariamente il male. E’ solo la logica conseguenza dalle scelte inefficienti di politici impreparati; il male sono queste scelte e questi politici. Non dimentichiamoci questo: la speculazione (termine generico) nel cercare di sfruttare quelle che considera momentanee distorsioni di prezzi di beni o servizi, è spesso sinonimo di chiaro campanello d’allarme che mette in luce gli errori dei politici stessi (classico esempio: la miope politica energetica della amministrazione Biden ed il conseguente aumento del costo dell’energia, poi complicato ulteriormente dalla crisi in Ucraina).

La speculazione agendo su condizioni di mercato, non fa altro che aggiustare i prezzi relativi di beni reali o finanziari. Ovvio che se la struttura di mercato non è efficiente, se cioè il mercato può essere manipolato, ci sono rischi di distorsioni. Anche in questo caso però la speculazione ci apre gli occhi (ad esempio: perché’ mai indicizzare la energia elettrica al prezzo del gas?). 

Insomma: non vorremmo certo vivere in un’economia drogata, dove pochi prendono decisioni segrete, e il cittadino vivacchia mantenuto ad arte in un effimero stato soporifero (magari con lo spinello di stato…), privo di ogni identità e senza credere in alcun valore (quindi posseduto dal relativismo assoluto), di fatto un utile idiota qualsiasi (senza alcuna offesa, sollo un immagine retorica)… per poi svegliarsi bruscamente con l’incubo della bolletta quintuplicata.

Certo prestiamo molta attenzione allo spread. Ma lo spread non è causa scatenante del problema del costo del denaro, è solo la conseguenza logica di scelte e messaggi politici. Non vogliamo dare scuse ed opportunità operative alla speculazione? Governiamo in modo fermo e giusto, non sinistro. Lo spread se ne andrà da solo.

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