Di Fedra Maria
Il problema non è tanto nel campo delle scelte del singolo, ma quanto quelle scelte assolutamente personali vengano imposte al pubblico della televisione pubblica italiana in prima serata. Qualche giorno fa nella nuova fiction intitolata “E’arrivata la felicità” su Rai 1 si indugia volutamente su una serie di scene intime tra le due protagoniste lesbiche.
A prescindere da come uno la pensi sull’argomento, non vi sembra che sia sbagliato, alle 9 di sera, con i bambini come possibili utenti, far vedere quella coppia di lesbiche in un letto matrimoniale, con scene evitabilissime e frutto, a questo punto, di una mera voglia di stupire e, nel caso specifico, esagerare?
Non è da bacchettoni o da polverosi conservatori sostenere che compito della televisione sia anche quello di educare e di veicolare un messaggio pedagogico, ma ci chiediamo dove siano tutte le associazioni di genitori così attente alla qualità del prodotto “tivvù” che diamo in pasto ai nostri figli. Qualcuno potrebbe obiettare che ormai su internet c’è di tutto e che i nostri bambini vedono di tutto.
Non è così: non perché esiste la libertà di fare o di guardare qualcosa, dovremo giustificare scene esagerate e messaggi che i bimbi ancora non sono pronti a recepire. Questa non è una battaglia ideologica o dettata dal fanatismo anti: si tratta solo di buon senso, che a quanto pare nel servizio pubblico italiano sta proprio mancando.