Polemicamente: ma in Montenegro (o a Bruxelles) c’è un giudice?

palloncini UEdi Francesco De Palo

Che significa nell’era dell’europeismo fare business nel vecchio continente? Che quantomeno le leggi dovrebbero valere per tutti, al pari di clausole, contratti, convenzioni e quant’altro. In Europa invece c’è un’isola infelice dove la legge sembra essere un contorno, sovente scomodo e pedante.

Sono già tre i casi di aziende europee che in Montenegro escono con le ossa rotte e che hanno fatto ricorso ad un arbitrato in- ternazionale. Oltre alla cipriota Ceac, all’olandese Msnn c’è anche l’italiana A2a. Il clichè si ripete. Gli stranieri sono invitati a investire, ci mettono un mucchio di quattrini, e poi quando la fabbrica acquistata può camminare con le proprie gambe, ecco una manina che cambia le carte in tavola. Tariffe ballerine, inserimenti di altri competitors, come i turchi nel caso specifico, e tanto tempo perso.

Con chi, dai banchi del governo, si sfrega le mani per l’ennesimo colpaccio. Ma Bruxelles fa nta di nulla e, nonostante report ad hoc da parte dell’Agenzia americana per la lotta alle criminalità nel mondo, che ha decretato il premier Djukanovic come uomo dell’anno, punta l’eurobarra dritta su un allargamento coatto. Come se mancati diritti umani e assenza della certezza del diritto fossero due cose su cui soprassedere. Qualcuno ricordi loro che le aziende private sono un’altra cosa. Davvero.

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