Non era certo necessaria l’approvazione dei grandi soloni teutonici, ma certo questo riconoscimento fa (molto) piacere. I lettori di Auto Bild e Bild am Sonntag, oltre a una qualificata giuria di esperti, hanno nominato l’Alfa Romeo Giulia “Auto più bella” del 2016. Le buone notizie sono due. La prima è che il risultato arriva con un netto distacco rispetto agli altri partecipanti, che certamente staranno in queste ore metabolizzando il risultato, iniziandosi a preoccupare della concorrente italiana. E in secondo luogo ecco che il palmares della neonata di casa Alfa continua a crescere e a fare incetta di titoli vinti.
La verità è che la nuova berlina sportiva italiana cresce in salute e lo fa rapidamente: non solo ha già messo con convinzione i suoi primi passi in un settore altamente competitivo (non dimentichiamo i numeri di Bmw serie 3, Mercedes e Audi), ma sta incrementando quell’appeal tutto italiano legato a bellezza e passione che potrebbe incorniciare definitivamente questo successo di casa nostra. L’occasione è il noto concorso “Volante d’oro”, dove la nuova Alfa Romeo Giulia per la prima volta fa il pieno di voti. Non solo lettori ma 29 esperti internazionali del settore hanno alzato la paletta con il voto massimo per la Giulia: tra loro spiccano i campioni mondiali di rally Walter Röhrl e Sébastien Ogier, il campione di DTM Mattias Ekström e il designer Andrea Zagato. Non certo seconde linee, anzi.
Guardando al mercato, ecco sugli scudi la versione dotata del motore 2.0 TBi turbobenzina da 200 CV, anticamera al cavallo purosangue rappresentato dalla Quadrifoglio. Tornando “sulla terra” invece molto l’interessante è la versione con il 2.2 JTDm turbodiesel (per i più esigenti in versione 180 CV e allestimento Super) ma con un buon rapporto tra consumi e prestazioni, vaucher di buoni risultati alla voce vendite.
Il Centro Stile Alfa, che ha curato il design dell’affascinante Giulia, può appuntarsi sul petto la coccarda dello stile. Perché, al netto di gusti e preferenze soggettive, questa Giulia è davvero bella, ammiccante e desiderabile. Proporzioni, linea, rifiniture, impreziosite da quel legno e quella pelle che solo casa Italia riesce ad armonizzare con cavalli e potenza bruta. La Giulia può legittimamente ambire a far rinascere il marchio italiano, andando a sedimentarsi lì dove le già citate tedesche avevano il predominio assoluto. I nuovi modelli Mercedes, per dire, sono intriganti e adeguatamente diversificati ma senza quel tratto di pura eleganza che la Giulia ha nel proprio dna già al primo sguardo.
Chi la osserva con bramosia rientra tra quegli alfisti appassionati che, negli ultimi anni, si sono sentiti, giustamente, orfani delle vere Alfa del passato, quando le berline erano scattanti, avvincenti, sinonimo di coinvolgimento, coniugato anche con prole sul sedile posteriore. Certo, poi ci sono le flotte aziendali che non potranno resistere al fascino della nuova quattro porte italiana.
Ma il dato di base, su cui poi ovviamente andrà costruita la verità dei numeri e dei pezzi venduti, parla già di una ventata di aria fresca e frizzante, dove il giocare semplice ha portato l’Alfa a tornare di nuovo vincente. E non per un mero passatismo nostalgico, bensì solo perché qui c’è una macchina bella da morire e che tutti vogliono guidare.
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