Segnatevi una data. 7 gennaio 2017, la Festa del Tricolore è finalmente italiana. Non un abbaglio di chi racconta, quanto un traguardo per chi organizza. Quest’anno i Corazzieri della caserma Negri di Sanfront hanno cavalcato Isacco, Futuro e Fosforo, tre cavalli meravigliosamente made in Italy: novità per una manifestazione che fino ad oggi aveva visto equini d’importazione tedesca piuttosto che polacca o irlandesi.
Lo ha raccontato sulle colonne de Il Corriere della Sera il colonnello Alessandro Casarsa, comandante del reggimento dal 2015. La scelta di montare cavalli stranieri è da sempre stata quasi obbligata, i Corazzieri che danno vita a queste manifestazioni sono uomini imponenti alti mai meno di un metro e 90 a cui si va ad aggiungere il peso dell’Alta uniforme. Una massa che i quadrupedi italiani non sono in grado di sostenere, vista la loro taglia mai oltre il metro e 75.
Questa è stata la regola fino allo scorso 7 gennaio appunto, quando in scena sono andati i prodotti del centro di allevamento equestre di Martina Franca, in Puglia: cavalli italianissimi e figli di un preciso lavoro di accoppiamento tra gli esemplari più imponenti della loro razza. Isacco, Futuro e Fosforo oltre ad un valore sentimentale inappagabile, i primi italiani, hanno un valore economico che oscilla tra i 15 e i 20 mila euro. Tanto viene speso infatti per l’acquisto di tre destrieri adatti alle esigenze dei Corazzieri. Cresciuti in Puglia presso il centro appartenente proprio dal 2017 al Corpo Forestale dello Stato, gli allevatori hanno cresciuto i tre fiori all’occhiello pugliesi con una speciale tecnica chiamata doma dolce. Non devono essere solo molto grossi infatti i cavalli del Quirinale, è fondamentale che siano anche abituati alla convivenza con persone e rumori. Esigenza imposta, come facilmente immaginabile, dal contesto in cui devono operare.
Un carattere mansueto che in passato aveva rallentato il processo di italianizzazione degli equini. Tra le razze di cavalli fisicamente pronti a sostenere il peso di un corazziere nei nostri confini effettivamente ci sarebbero anche i maremmani, stalloni però dal carattere ostile e con una spiccata predisposizione all’imbizzarrimento.
Il 2017 si è aperto dunque con una nuova ambizione, sostituire i cavalli presenti all’interno della caserma Negri di Sanfront, oggi tutti stranieri, e far sfilare il prossimo anno ai piedi del Quirinale una squadra di equini tricolore. Missione ad ampio raggio temporale certo ma non impossibile, tanto più adesso che nella verde e ridente Puglia la sede di Martina Franca del Corpo Forestale dello Stato ha trovato la quadra per far si che Isacco, Futuro e Fosforo siano solo capostipite di una nuova razza di cavalli.
twitter@EFilotico