di Francesco De Palo
“Si vuole mettere fuori legge la lingua italiana in Italia, con la cancellazione di centinaia di denominazioni di luoghi”. E’l’appello lanciato da Alessandro Urzì, consigliere regionale e provinciale di Bolzano con il movimento L’Alto Adige nel Cuore, che si intesta la battaglia contro la cancellazione dei toponomi italiani in Alto Adige, per contestare l’attacco all’identità.
Perché la toponomastica è un problema drammatico paragonabile ad una pulizia etnica?
Perché negare a qualsiasi cittadino l’uso della madrelingua, a maggior ragione se lo si fa nella propria Patria, significa negargli il diritto alla stessa identità ed alla cittadinanza. Per cui è un gesto che va letto come un’aggressione pericolosissima, paragonabile ad una pulizia diciamo linguistica.
Ma il bilinguismo italiano e tedesco non era stato, fino ad oggi, il mastice di una pacifica convivenza?
E’una delle colonne portanti dello statuto di autonomia. Non esisterebbe l’autonomia se non vi fosse il riconoscimento del diritto paritario all’uso delle lingue, italiana e tedesca, e il diritto alla libera rappresentanza politica delle minoranze nazionali. Oggi, per paradosso, il quadro si è completamente ribaltato: si è passati da una condizione di affermazione del bilinguismo come forma di tutela e garanzia, ad un passo che nega alla comunità italiana residente in questa parte del territorio diritti basilari come la lingua. La minoranza in Alto Adige, ormai, è quella italiana nell’ambito di un sistema dell’autonomia che è pressoché integrale: la provincia autonoma di Bolzano ha infatti poteri assoluti su ogni versante politico e amministrativo, tranne che sul versante relativo agli esteri, alla moneta ed alla difesa.
Cosa aspettarsi, adesso, dalla pronuncia della Corte Costituzionale?
La pronuncia è legata ad una legge provinciale, approvata a colpi di maggioranza, con il voto della Volkspartei e, da sottolineare come dato di infamia, anche con quelli del Pd. I dem qui non esisterebbero se non fossero riconosciuti dalla Volkspartei che ricambia la cortesia garantendo posti di governo e di sottogoverno moto abbondanti. Quella legge è entrata nel mirino della Corte Costituzionale grazie al ricorso avanzato dall’esecutivo guidato da Mario Monti che oggi potrebbe essere cancellato, dalla sera alla mattina, negando così il diritto al bilinguismo riconosciuto anche dalla Corte.
Quale dunque l’obiettivo della Volkspartei?
La volontà dell’intera operazione è evidente: intende vedere ridotto il campo di applicazione del bilinguismo, considerandolo accessorio quando debba tutelare la comunità italiana. E’gravissimo, perché si vuole mettere fuori legge la lingua italiana in Italia.
C’è il rischio che, sull’altare della globalizzazione feroce, si smarriscano la storia e l’identità, come se fossero fonti di vergogna quando invece sono il pan?
Stanno saltando i parametri fondamentali di una società civile, di norma legati ad una cornice europea che però non costituisce più garanzia. E’il rispetto reciproco che verrebbe meno. Quando si tollera che venga messo in discussione il diritto all’identità e ciò non rappresenta neanche uno scandalo per quell’Europa che doveva essere portatrice di tolleranza, allora significa che l’alfabeto stesso della convivenza non c’è più.
@PrimadiTuttoIta