di Leone Protomastro
Alto profilo, come promesso. La lista dei ministri elencata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni al Quirinale dice tanto e non solo per meri nomi o per le caselle in sé, ma per quanto concerne il processo che ha portato a questa squadra.
Spicca tra tutti la sorpresa di Alfredo Mantovano scelto per la macchina del CdM: il nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è uno dei maggiori esponenti del conservatorismo italiano e garantisce al contempo competenza, esperienza e una vastissima cultura di governo.
Il primo Presidente del Consiglio donna della storia d’Italia ha inteso blindare il governo con nomi politici di area e con esponenti extra politici di spessore.
Guido Crosetto alla Difesa è garanzia di euroatlantismo e di tutela dei nostri asset nazionali, così come Adolfo Urso al Mise, che si è speso negli ultimi mesi per instaurare un intenso rapporto di relazioni con gli Stati Uniti.
Francesco Lollobrigida all’Agricoltura mette un accento particolare su un settore fondamentale per i destini italiani, economici e sociali.
Carlo Nordio alla giustizia è la scelta fisiologica verso un magistrato limpido e dalle chiare idee, senza il rischio di alcun conflitto di interessi.
Raffaele Fitto agli affari europei e al Pnrr corona un lungo lavoro di accreditamento europeo realizzato dall’ex governatore pugliese.
Nello Musumeci al sud e ai porti giocherà un ruolo significativo relativamente alle infrastrutture marittime italiane, spesso preda delle attenzioni di players esterni.
Giancarlo Giorgetti e Antonio Tajani rappresentano la risposta a chi, in Europa, sollevava dubbi sul posizionamento internazionale del nuovo governo. In questo momento, caratterizzato dal tentativo di destrutturare l’Ue a vantaggio di Cina e Russia, poter contare su un governo atlantista e filo Nato come quello guidato da Giorgia Meloni è un grande vantaggio per la stessa Europa.