di Alessandro Svevo
Ci voleva il Papa a dare un segnale, pragmatico e logico, ad una sinistra che sul tema delle migrazioni continua a procedere a mosca cieca, mancando clamorosamente il nocciolo della questione.
Quando Bergoglio durante l’Angelus ha messo l’accento sui principali responsabili di disastri come quello accaduto a Cutro (“I trafficanti di esseri umani siano fermati”), ha dato un’ampia spiegazione su quale sia la risposta che tutti (politica, società, istituzioni, cittadini) devono dare al tragico fenomeno delle migrazioni.
“I viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte”, ha aggiunto Papa Francesco casomai qualcuno non avesse ancora colto il punto. Semplicemente il Santo Padre ha invitato a guardare la questione con gli occhi del realismo, senza lasciarsi distrarre dall’utopia tanto cara a sinistra del “porte aperte a tutti” e dell’attacco aprioristico contro il governo, portato avanti da partiti dell’opposizione e certi media iper orientati, impegnati in uno sforzo contro il governo, che non solo è stato corretto dalle parole del Papa, ma che non risolve alla radice il problema.
Infatti per evitare altre morti occorre intervenire politicamente, spezzando le rotte criminali, disarmando i vecchi (libici) e nuovi (turchi) scafisti, erigendo maggiori controlli dai porti di partenza e soprattutto coinvolgendo l’Ue, così come il premier Giorgia Meloni ha fatto in occasione del Consiglio Europeo del 10 febbraio scorso, quando per la prima volta venne inserita nel documento finale una presa di coscienza: ovvero che serve difendere tutti i propri confini esterni, con particolare attenzione a quelli marittimi legati alla rotta del Mediterraneo centrale.
Ma ieri Bruxelles ancora una volta ha reagito con la consueta deferenza: come se della questione non fosse stata investita, nonostante la presenza di Frontex e delle continue relazioni con paesi come la Turchia, da cui i nuovi flussi traggono una forte linfa.
Le iniziative che giustamente vengono prese in queste ore a Cutro, come le fiaccolate, le grandi mobilitazioni di piazza tanto care alla sinistra (che si ferma a quelle) necessitano un attimo dopo di politiche mirate, che siano essere stesse la soluzione del problema. Altrimenti quando verrà abbassato il sipario su Cutro, così come fisiologicamente è accaduto dopo altre situazioni simili, il problema resterà non solo irrisolto ma ancora preda della retorica di una certa parte politica.
La stessa parte politica che, in verità, governa l’Italia ininterrottamente dal 2012 e che non ha portato iniziative risolutive, né in Italia né tantomeno in Europa.