Di Vittorio Casali De Rosa
«La famiglia delle democrazie è sotto attacco, il mondo libero, la civiltà occidentale sono gravemente minacciate, occorre reagire subito, uscendo dal torpore in cui siamo stati calati da certa propaganda antioccidentale. Bisogna far capire ai governi occidentali che le concessioni non servono a far cambiare atteggiamento al regime iraniano».
Con le parole dell’avvocato Cristina Franco si sono aperti i lavori della conferenza internazionale Iran e Hezbollah: ideologia, obiettivi, strategia e strategie dei proxies, il terrorismo, la propaganda in occidente svoltasi giovedì 2 marzo presso Roma Eventi Fontana di Trevi. L’evento è stato organizzato dalla Federazione delle associazioni Italia Israele, dall’American Jewish Committee e dal think thank Trinità dei Monti, con il patrocinio di Med-Or Leonardo foundation e dalla Fondazione Vittorio Occorsio.
Molti i relatori di spicco del mondo accademico e politico uniti nel denunciare il pericolo per la stabilità del Medio Oriente e del mondo occidentale rappresentato da Hezbollah e i suoi sistemi di finanziamento. Fabio Angelicchio, della redazione esteri del TgLa7, ha moderato ed introdotto gli interventi della conferenza.
Hanno partecipato, fra gli altri, l’on. Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri, che ha ricordato come sia la fermezza a doverci contraddistinguere e così la chiarezza sui valori e le scelte di campo: la nostra condanna deve essere netta. Sottolineando che i canali diplomatici devono rimanere aperti nella ferma condanna dell’uso della forza come metodo di risoluzione delle controversie, onde evitare il crollo di quel sistema di valori faticosamente conquistato dopo le guerre mondiali.
L’urgenza di una politica attiva nel contrasto alle attività terroristiche di Hezbollah e della repubblica coranica dell’Iran da parte dei Paesi vicini e del blocco occidentale è stata più volte rimarcata. Questo sia in riferimento ai programmi di armamento iraniani, come ricordato dalla dottoressa Benedetta Buttiglione del Transatlantic Institute di Bruxelles, che alla rete di finanziamenti illeciti alla base della struttura di Hezbollah. Questi ultimi, come evidenziato dal dott. Emanuele Ottolenghi (senior advisor presso il FDD Center for Military and Political Power US), da una parte favoriscono l’instabilità del Medio Oriente con attacchi allo Stato di Israele e dall’altra alimentano i traffici illeciti di stupefacenti e merci di contrabbando in Europa ed America.
Per evitare che la postura adottata dall’Iran verso i paesi vicini si traduca presto in una nuova Ucraina è necessaria una presa di consapevolezza da parte degli alleati di Israele della reale pericolosità dei passi che la Repubblica Islamica sta compiendo anche a costo di gravi fenomeni di repressione del dissenso interno come quelli a cui abbiamo assistito recentemente.
L’atteggiamento verso il popolo iraniano deve essere di supporto nelle sue legittime richieste, senza però interferire direttamente, ha ricordato l’on. Federica Onori, prima firmataria di una mozione per il patrocinio politico dei condannati a morte in Iran.
La capillarità della rete di finanziamento di Hezbollah è così sviluppata che esempi eclatanti di questa organizzazione sono stati individuati anche in Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna, all’interno di indagini legate ad attività di crimine organizzato, riciclaggio e traffico di armi, droga ed esplosivi.
A tale proposito Angelo Vaccarezza, consigliere regionale in Liguria, ha ricordato come anche la distinzione fra ala civile e ala militare di Hezbollah sia profondamente fuorviante e contribuisca a rendere inefficaci le misure di prevenzione del terrorismo internazionale adottate dai singoli stati. Lo stesso consigliere si è fatto forte sostenitore di un ordine del giorno regionale volto a dichiarare Hezbollah organizzazione terroristica nella sua interezza ed ha esortato anche le altre regioni italiane a fare lo stesso per garantire misure di contrasto efficaci.
Gli interventi dell’on. Andrea Orsini, Paolo Formentini e Marco Zanni hanno sottolineato il cambio di passo di questo Governo nei confronti dei gravi pericoli che l’Occidente dovrà affrontare, un diverso atteggiamento verso lo Stato di Israele quale avamposto della democrazia occidentale in Medio Oriente, con pieno e incondizionato diritto di esistere e difendersi. Sarit Zehavi, fondatore dell’Alma Research and Education Center Israel, ha poi focalizzato l’attenzione sull’arsenale di Hezbollah, composto da circa 215mila missili e 2mila droni, mostrando agli ospiti come agiscono i commando di Hezbollah al confine israeliano, con i terroristi che possono contare sulle ONG nel ruolo di coperture per avere postazioni vicino alle recinzioni.
Hanno concluso la conferenza le relazioni dell’Ambasciatore del Regno del Bahrain Naser Al Balooshi e del Ministro plenipotenziario israeliano Simahayoff.
Il primo ricordando quante milizie in funzione di destabilizzazione regionale sono state create e vengono costantemente create, addestrate e finanziate dall’Iran per infiltrarsi nei paesi confinanti e minare la tenuta anche degli Accordi di Abramo.
Il secondo ha espresso la sua soddisfazione per essersi trovato seduto ad un convegno vicino ad un diplomatico di un Paese arabo, situazione inimmaginabile fino a pochi anni fa, sottolineando quanto questo corrisponda alla visione di Israele e di ogni paese civile. Ha chiesto all’Europa di sostenere questo percorso di normalizzazione fra paesi del Medio Oriente come via pacifica per arginare l’aggressività e la minaccia della teocrazia iraniana e dei suoi proxies.