“Il Comitato Nazionale di Bioetica ha approvato a larga maggioranza un documento per cui le Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat) vanno disapplicate se strumentali o condizionate, perché ‘palesemente incongrue’ (legge 219/17), come capita se vengono rese nell’ambito di uno sciopero della fame finalizzato ad ottenere dei beni che sono estranei al contesto terapeutico in cui le stesse DAT hanno senso. Quindi in questo caso, se sopravviene un’emergenza in cui il soggetto non può esprimere decisioni consapevoli, non può escludersi l’intervento medico per salvare la vita.”.
Così una nota firmata dai membri del Cnb Giuliana Ruggeri e Domenico Menorello, in merito alla risposta resa ieri dal Comitato ai quesiti del ministero della Giustizia presentati il 6 febbraio scorso.
“Tale parametro – osservano i componenti – è stato sottolineato anche dalla Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) secondo cui ‘né le autorità penitenziarie, né i medici potranno limitarsi a contemplare passivamente la morte del detenuto che digiuna’”.