Bce, anche Bankitalia (dopo il Governo) si accorge dei rischi legati ai tassi

di Leone Protomastro

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sconfessa i falchi della Bce e allunga una oggettiva critica sulle politiche legate all’aumento dei tassi di interesse. Prima di lui lo aveva fatto il Ministro della Difesa Guido Crosetto (“La Bce ha troppo potere. I suoi errori ci mettono a rischio”), mentre il Sottosegretario all’attuazione del programma, Giovanbattista Fazzolari aveva messo l’accento sui rilievi di Via Nazionale alla manovra (“Bankitalia esprime la visione delle banche private”). Entrambi avevano ricevuto molte critiche, soprattutto da parte di quella sinistra italiana che durante i governi Conte ha fatto lievitare il debito pubblico.

“Non apprezzo le dichiarazioni dei miei colleghi sui rialzi prolungati dei tassi – ha detto il governatore della Banca d’Italia, in occasione della conferenza Maeci – Anche se la politica monetaria ha finora avuto successo nello stabilizzare le aspettative, la grave situazione geopolitica rende molto difficile prevedere i futuri andamenti macroeconomici. La politica monetaria dovrà quindi continuare a muoversi con prudenza, facendosi guidare dai dati, senza mettere a rischio la stabilità finanziaria e minimizzando gli effetti negativi sull’ancora fragile ripresa”.

Lo scorso 4 gennaio il ministro Crosetto aveva anticipato le (tardive?) doglianze di Visco mettendo l’accento sul fatto che “le condizioni economiche del Paese rischiano di peggiorare se verranno a mancare le tutele esterne che hanno aiutato negli ultimi anni. Per questo fatico a comprendere le ragioni che hanno spinto la Bce a cambiare politica sugli acquisti dei titoli di Stato europei, in un momento già economicamente molto complesso, per certi versi drammatico, come quello che sta attraversando il mondo e l’Ue in particolare”.

Sotto osservazione, dunque, due elementi: la gestione decisa dai falchi e quindi da Christine Lagarde e la non celere riflessione di Visco, che ha atteso due mesi per dire sostanzialmente le stesse cose di autorevoli esponenti del Governo. 

Il numero uno della Bce da un lato annuncia di voler fare tutto il possibile contro l’aumento dell’inflazione, mentre dall’altro assicura di voler aumentare i tassi di interesse di 50 punti base nella riunione del 16 marzo. 

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