Schlein fa come Conte su Ucraina e difesa: un autogol atlantico

di Leone Protomastro

Si scrive Pd, ma si chiama estrema sinistra: la nuova stagione del Partito democratico è iniziata all’insegna della radicalizzazione e del contismo. Il neo segretario Elly Schlein infatti ha spostato a sinistra il baricentro del partito e abbandonando ogni velleità riformatrice.

Ma c’è di più: mentre sui temi etici e legati ai migranti la propaganda in stile Pcus ha preso il sopravvento sulla comunicazione del nuovo Nazareno, su temi pregnanti come la maternità surrogata, la guerra in Ucraina o la difesa Schlein sembra imitare Giuseppe Conte quanto a difficoltà nel prendere una posizione netta e chiara, salvo mettere in imbarazzo la postura atantica di Roma. Lo ha dimostrato oggi nella prima conferenza stampa nella sede romana dei democratici.

Fino a ieri, nell’ordine: 

-non ha risposto all’appello contro l’utero in affitto delle femministe, mostrando di voler seguire la dottrina Vendola, ovvero per anni strenuo difensore dei diritti delle donne, per poi usufruire della maternità surrogata;

-ha sostanzialmente assunto una generica posizione pro-Ucraina, solo dopo vari incontri nelle ambasciate a Roma delle super potenze, salvo non spiegare nel dettaglio cosa intende per piano di pace e con quali soluzioni;

-sulla difesa comune europea e sull’esigenza manifestata dalla Nato di aumentare le spese per la difesa tra i paesi membri proprio oggi in conferenza stampa ha espresso le sue “perplessità”. 

Davanti ai giornalisti ha svelato l’arcano: sulla scelta di aumentare le spese per le armi “non ho mai nascosto la mia perplessità: allo scoppio del conflitto, quando è apparso necessario aiutare il popolo ucraino, avevo perplessità sul legare il conflitto in Ucraina a un aumento delle spese militari in tutta Europa”, ha detto. Ripercorrendo pedissequamente la parabola contiana che aveva messo a repentaglio la postura euroatlantica e occidentale dell’Italia.

Quando Schlein esprime dubbi su due macro temi, come Ucraina e difesa, rema contro l’Europa che a parole dice di voler sostenere, perché la fisologica esigenza di aumentare la capacità militare in seno alla Nato è propedeutica al rafforzamento strategico della sicurezza. 

Ma soprattutto dimostra l’effetto ‘carta copiativa’ con Conte e il M5s da cui Schlein vorrebbe distanziarsi e che nei fatti invece ricalca. Dare risalto a queste posizioni irragionevoli, ad un anno esatto dalla guerra in Ucraina che ha ricalibrato alleanze ed equilibri mondiali, offre la vera carta di identità del segretario e di un partito che pare progressivamente abbandonare le posizioni storicamente assunte, dal Lingotto in poi per abbracciare la narrazione da autogol atlantico.

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