Comites, ecco come cambia il voto all’estero: parla il sottosegretario Giro

Palazzo Chigi - Giuramento dei sottosegretari di Statodi Francesco De Palo

“Le elezioni dei Comites come test probante in vista del futuro voto politico per gli italiani all’estero. Spiega così il sottosegretario agli Esteri Mario Giro la novità rappresentata “dall’inversione dell’opzione”, alla base della nuova regolamentazione approvata dalla Camera nonostante alcuni emendamenti andassero nella direzione opposta”. La conversazione con Giro è utile occasione per fare il punto anche sulla spending review del governo che ha tagliato ambasciate, consolati e Istituti Italiani di Cultura all’estero”.

Elezioni Comites: quali le principali novità del testo licenziato dalla Camera?
Dopo dieci anni e ottemperando a una legge del 2012 il governo si è preso la responsabilità di indire le elezioni entro il 2014, evitando di trascinare nuovamente la cosa così come è stato fatto dai precedenti esecutivi. Parlando di rappresentanza degli italiani all’estero, il minimo del rispetto che si deve loro sta nel fatto che gli organismi preposti funzionino a dovere e siano legittimati dal voto popolare.

C’è il rischio che la registrazione volontaria si trasformi in un boomerang?
Non credo proprio, anzi è un test probante con alla base la cosiddetta inversione dell’opzione: occorrerà esplicitare personalmente la volontà di partecipare voto così come accadrà per le elezioni politiche nella circoscrizione estero. Queste almeno sono le intenzioni del governo, che ci permetteranno di ovviare ai passati disagi. Tutti ricordano le problematiche relative ai plichi, recapitati anche due volte: una questione che ha fatto molto discutere anche sulla stampa.

Cosa cambia con l’inversione dell’opzione?
Le lettere con le schede per votare arriveranno alle persone giuste, ovvero quelle che avranno fatto richiesta. Quindi iniziamo con i Comites, che non sarà un’elezione politica ma associativa: fungerà da test. Naturalmente bisognerà imparare e progressivamente cambiare mentalità, ma noi pensiamo che sia questa la strada da percorrere per ovviare a tutti i problemi del passato.

L’Italia da sempre non riconosce Gerusalemme come parte integrante dello Stato d’Israele e Gerusalemme con il suo circondario viene considerata “circoscrizione autonoma”: come sciogliere il nodo in chiave elezioni Comites?
Visti i tempi molto stretti, ci stiamo occupando dei tanti nodi tecnici che si stanno verificando in molte zone del mondo, non ci sono solo i Comites in Israele. Quest’anno, per legge, sono istituiti in presenza di una circoscrizione consolare, più i tremila italiani iscritti all’Aire. È il caso di Gerusalemme, su cui non vi è alcuna considerazione di tipo politico. Semplicemente, laddove vi sono tremila connazionali iscritti in una circoscrizione consolare ci sarà per loro il diritto di votare.

Come procedono le operazioni organizzative?
Stiamo seguendo, passo dopo passo, l’invio delle lettere, due milioni e ottocentomila a tutti i capifamiglia degli italiani all’estero. Un sforzo immenso. Nella missiva spieghiamo l’inversione dell’opzione e inseriamo la scheda per iscriversi al voto. Dopo di che, a tutti coloro che avranno risposto, verrà inviata la scheda per votare.

Il Consolato di Norimberga, come l’Istituto Italiano di Cultura di Salonicco: come stemperare, per i servizi agli italiani all’estero, gli effetti della spending review?
È il nostro cruccio quotidiano. Così come nella Pubblica Amministrazione, la spending review continua e tutti devono fare la propria parte, compreso il comparto degli italiani all’estero e il sistema della promozione di lingua e cultura. Abbiamo dovuto chiudere sei Istituti di cultura, al pari dei Consolati che però non sono di mia competenza. In questo senso cercheremo di mantenere i servizi essenziali e ottimizzandoli. Sarà anche l’occasione per fare sinergie e per fare al meglio il nostro lavoro, con tutte le difficoltà del caso così come avviene per le altre amministrazioni dello Stato”.

twitter@PrimadituttoIta

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