Lo avevamo detto ma non hanno voluto ascoltarci. Forse a qualcuno alla Farnesina fischieranno le orecchie in attesa della bordata di fischi che riceverà delle comunità italiane all’estero, se mai decidesse di andarle ad incontrare. Le elezioni dei Comites si stanno rivelando un disastro di dimensioni bibliche, una figuraccia di proporzioni gigantesche per gli apprendisti stregoni che hanno messo in moto un meccanismo, del costo di sette milioni di euro, che si sta ritorcendo ora contro loro stessi.
Il complesso delle norme cervellotiche che vogliono la registrazione preventiva per poter votare, oltre a numeri esagerati e procedure più complicate di quelle riservate alle elezioni del Parlamento italiano per presentare una lista, ha portato alla scomparsa già certificata per assenza di liste di candidati dei Comites di importanti città e capitali d’ogni parte d’Europa e del mondo.
Dall’Europa all’Asia, dall’America all’Oceania, ecco la lista in ordine alfabetico di questo harakiri intercontinentale: Atene, Bangkok, Barcellona, Bucarest, Chicago, Detroit, Dublino, Edimburgo, Lisbona, Nizza, Oslo, Perth, Praga, Stoccolma, Vienna.
Bella impresa.
Bravi. E ora?
[…] Prima di tutto Italiani […]
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