Sia Grillo, comico di carriera, sia Berlusconi, intrattenitore nato anche se la sua verve è molto scemata dopo la perdita del potere, sia Sgarbi, istrionico e narcisista, sia Salvini, che fa tanto forzuto da fiera paesana, sia lo stesso Renzi, dotato di un manierismo e di un volto alla Mr. Bean, sia un’infinità di altri personaggi pubblici italiani dello stesso stampo, sono la carta da visita di un’Italia sempre più’ da commedia dell’arte. Un’Italia da comica permanente se vogliamo. Una comica pulcinellesca che ogni tanto presenta, però, certi inquietanti risvolti. Giudicate voi.
Il sindaco di Roma, e quindi di tutti i romani, Ignazio Marino, alla festa dell’Unità ha lanciato contro i suoi avversari della destra romana l’urlo bestiale, evocante gli anni di piombo: “Tornate nelle fogne!”.
Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana e primo ministro di tutti gli italiani, sempre ad una delle tante feste dell’Unità – dove evidentemente si festeggia l’Unità ma di certo non l’unità d’Italia né quella degli italiani – ha diviso gli abitanti dello Stivale in due grandi blocchi.
Da un lato egli ha posto la categoria degli “esseri umani”, cui considera di appartenere a pieno titolo insieme con i suoi compagni della sinistra. Sul fronte opposto vi sono i cittadini italiani “diversi”, non di sinistra, che, urlando, ha chiamato “bestie!”.
Per questo primo ministro italiano festeggiante l’Unità, per meritare la qualifica di bestie e non quella di esseri umani è sufficiente non condividere quello che lui considera un nobile senso di solidarietà, di umanità, e di rispetto, per gli immigranti attuali e potenziali, presenti e futuri. Che lui tratta come un blocco unico, anzi un popolo unico, da qualunque Paese e continente essi provengano. E che è imperativo, secondo lui, continuare ad accettare senza alcun controllo.
Di questi popoli “disperati”, di cui fa di tutt’erba un fascio profumato, egli si è fatto, evidentemente, il “Primo ministro”. Mentre ha respinto con un calcio le “bestie” italiane che osano muovere critiche all’irresponsabile caos immigratorio attuale.
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