Fuggire sì, ma per andare dove? Se il sogno americano è stato il leitmotiv del XX secolo, terra di cambiamento e rivoluzione, oggi la situazione economica è cambiata e il core business gli imprenditori preferiscono averlo ad est. Sono i Balcani la nuova America. Non idealizzazione di una terra sconosciuta, quanto il prendere atto di dati chiari: 19 mila gli italiani, tra studenti e lavoratori, che affollano il territorio albanese; oltre 2mila sono invece i nostri connazionali presenti nella meno popolosa Romania. Prospettive, lavoro e studi. Gianluca Zanellato, presidente di O.S.E. (Organizatia Studentilor Economisti) una tra le più grandi associazioni di studenti all’interno dell’università di Cluj Napoca, in Romania, ha ricostruito la situazione dei giovani nel mondo dell’università prima, e nel mercato del lavoro poi.
Università. La realtà dell’associazionismo universitario in Italia sta acquisendo una rilevanza sempre maggiore. La politica all’interno degli atenei, fino a poco tempo fa scevra da condizionamenti esterni, è ora sempre più legata a dettami imposti dalla politica dei grandi. “La situazione in Romania è molto diversa – racconta Zanellato – l’università qui è ancora egemonia degli studenti. Sono circa una trentina le associazioni presenti all’interno del nostro polo universitario, nessuna di queste però garantisce agli studenti l’accesso a cariche istituzionali o di rappresentanza dopo la carriera universitaria. Il rientro in Italia non è difficile – continua – molti di noi però preferiscono restare fuori e cercare lavoro in Germania ed Inghilterra piuttosto che attendere un’occupazione in patria”.
Lavoro. Ma dopo? Il favolistico mondo del lavoro per i giovani, esiste nei Balcani? Le terre dell’est sono certamente zone di progressivo sviluppo, anche l’Italia nel corso degli anni ha acquisito importanza sul mercato del lavoro. Negli scorsi mesi erano state le parole di Roberto Mascali, Direttore di Confindustria Bulgaria e Confindustria Balcani, a confermare il trend positivo che vedeva le industrie del Belpaese sempre più in ascesa. La presenza italiana nei Balcani infatti è significativa sia per quantità sia per qualità, secondo i calcoli di Confindustria Balcani si tratterebbe di una realtà che coinvolge poco meno di ventimila aziende, dislocate principalmente sui territori di Romania, Bulgaria e Serbia. “Qui i settori del manifatturiero e dell’agricoltura oggi offrono grandi margini di sviluppo – prosegue Zanellato. – Anche l’industria informatica è in forte crescita, tante sono le aziende europee che hanno spostato qui parte dei loro interessi. Il costo del lavoro è più basso rispetto alle sedi centrali e tante volte il prodotto finale risulta essere addirittura migliore”.
Europa. Sotto l’attenta lente del governo centrale europeo, la Romania oggi è destinataria di ingenti fondi europei: micro aziende, start-up e università, loro i beneficiari. Dei finanziamenti provenienti da Bruxelles l’università di Cluj Napoca ha fatto tesoro, i soldi sono infatti redistribuiti tra gli studenti così da poter consentire loro di portare avanti progetti extra curriculari.
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