Fuga di aziende: dopo Pernigotti finita ai turchi, Pininfarina va agli indiani di Mahindra. Un altro pezzo di made in Italy che, in sostanza, saluta la penisola. La realtà indiana infatti ha deciso di investire 20 milioni di euro in aumento di capitale, ma l’Italia perde un altro simbolo in un’operazione complessiva da 50 milioni di euro di valore.
I tifosi di questi mesti cambi al comando sostengono che i numeri e la portata delle aziende italiane non consentono loro di confrontarsi, alla pari, con i mega gruppi stranieri. Dimenticano, però, che in questo modo si prosegue nella (s)vendita di pezzi significativi non solo della storia italiana ma anche della nostra industria.
Il governo assiste, senza idee e senza nemmeno tentare una difesa seppur di ufficio, a questa tendenza mostrando rassegnazione e scarsa capacità lungimirante. Non è questo il piglio per affrontare, senza soccombere, la globalizzazione selvaggia. Ma è senza dubbio questo il modo per certificare l’assenza di una politica industriale nazionale che sia tale.
[…] momento caratterizzato dagli affari sull’asse Roma – Nuova Delhi come la cessione dello storico marchio Pininfarina al gruppo Mahindra, nel silenzio assordante del governo italiano, occorre un segno: quel nero inciso sui profili […]
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