“Il tributo che si deve”. E’questa l’apertura del nuovo numero di Prima di Tutto Italiani, dedicata alla proposta di intitolare una sala della Farnesina al Ministro per gli Italiani all’estero Mirko Tremaglia, a quattro anni dalla sua scomparsa. (Scaricalo qui)
Nel fondino di apertura si legge: I segni e i simboli sono importanti, basilari. Certo, se non fossero accompagnati da sostanza e merito, rischierebbero di rimanere solo scritte sulla sabbia, ma in questo caso è un’eventualità che non esiste. “Intestiamo una sala della Farnesina al ministro Mirko Tremaglia, colui che si innamorò degli italiani all’estero quando nel 1963 andò nel cimitero di Asmara per trovare la tomba del padre morto in Africa e vide i fiori sulle tombe degli italiani. Erano due garofani rossi e una felce verde, i colori del tricolore”. Questa la proposta con cui il Segretario Generale del Ctim, Roberto Menia, ha concluso il convegno sulla figura di Mirko Tremaglia. Il simbolismo rappresentato da una sala del Ministero degli Esteri è carico di significati e prospettive. L’amore verso gli italiani nei cinque continenti non è stato da Tremaglia esplicitato solo su carta o in occasione di ricordi e seminari, ma è andato oltre abbracciando in toto la concretezza. Il voto per gli italiani nel mondo, l’affetto quotidianamente praticato verso “quei” figli d’Italia in innumerevoli viaggi e calorose presenze in giro per il mondo sono lì a dimostrarlo. E a maggior ragione in un frangente storico dominato dall’abbattimento colposo delle identità, questo dono vero la figura del Ministro sarebbe un semplice e dovuto tributo.
Particolarmente ricco il nuovo numero, con un ampio dibattito sul futuro dell’Ue e di Schengen (con contributi di Matteo Zanellato, Antonio Triolo e Aldo Di Lello); l’intervista al giornalista Angelo Mellone autore di “Nessuna croce manca“; il polemicamente sulla tutela dell’olio extravergine di oliva italiano dopo l’ok di Bruxelles all’acquisto di olio tunisino senza dazi; la riflessione di Enzo Terzi sulla valorizzazione del territorio italiano da parte di Federico II di Svevia e un focus di Valentina Cardinali sugli effetti del jobs act nell’occupazione femminile.