Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
“Ci rammarichiamo della perdita di qualsiasi vita umana, indipendentemente dalla sua nazionalità ma finché l’Azerbaijaan non terrà fede ai suoi impegni internazionali, è la stessa leadership dell’Azerbaigian ad avere la piena responsabilità per tutte le vittime di quelle provocazioni. La parte armena non agisce mai come iniziatore degli attacchi ma è sempre pronta, se necessario e se costretta, a prendere contromisure per smorzare qualsiasi azione provocatoria dell’Azerbaijan ed esercitare il suo pieno diritto all’autodifesa”.
Dichiara così l’Ambasciatrice della Repubblica d’Armenia in Italia Victoria Bagdassarian in merito alla recrudescenza del conflitto in Nagorno Karabakh e continua: “Basta leggere le recenti dichiarazioni dei Co-Presidenti del Gruppo Minsk dell’OSCE, unico formato con mandato a livello internazionale per la risoluzione del conflitti in Nagorno Karabakh. Nella dichiarazione del 18 maggio 2017, i Co-Presidenti hanno detto che “secondo le informazioni raccolte da più fonti affidabili, il 15 maggio, le forze armate azerbaijane hanno sparato un missile attraverso la linea di contatto, colpendo attrezzature militari”.
“Nelle ultime settimane l’Azerbaijan ha continuamente violato gli accordi trilaterali di cessate il fuoco del 1994-1995. Il 4 luglio le forze armate azerbaijane hanno utilizzato un sistema multiplo di lanciarazzi contro la popolazione del Nagorno-Karabakh. L’esercito di difesa del Nagorno-Karabakh è stato obbligato, in risposta, a prendere misure per contrastare le azioni aggressive della parte azera. È importante sottolineare che le posizioni di difesa del Nagorno-Karabakh sono state attaccate da postazioni appositamente collocate nei luoghi abitati dalla popolazione civile dell’Azerbaijan. E non è la prima volta che la leadership azerbaijana utilizza la popolazione del confine come scudo umano per bombardare il territorio del Nagorno-Karabakh. Questo fatto è stato portato all’attenzione della comunità internazionale in numerose occasioni. L’Artsakh Defense Army ha pubblicato le foto che dimostrano che l’Azerbaigian posiziona l’artiglieria d’attacco in luoghi pacifici. E ora Baku cerca di manipolare le informazioni di perdite di civili per spostare l’attenzione della comunità internazionale e delle organizzazioni umanitarie dalle violazioni del diritto umanitario internazionale, commesse dall’Azerbaijan durante l’aggressione dello scorso anno contro il Nagorno-Karabakh. Violazioni accompagnate da crimini contro la popolazione civile del Nagorno-Karabakh: uccisione di bambini, barbare mutilazioni di cadaveri, decapitazioni in stile ISIS. Oggi, gli autori di tali brutalità, sono premiati e celebrati in Azerbaijan al livello più alto.
Le continue provocazioni delle forze militari azere sulla linea di contatto con il Nagorno-Karabakh e il confine internazionale con l’Armenia, sottolineano ancora una volta l’importanza vitale dell’attuazione degli accordi raggiunti in occasione dei vertici del 16 maggio 2016 a Vienna e del 20 giugno 2016 a San Pietroburgo e soprattutto della creazione di un meccanismo di indagine sulle violazioni degli accordi trilaterali di cessate il fuoco del 1994-1995, che potrebbero servire come strumento per la prevenzione di incidenti, nonché la conferma dell’impegno al non uso della forza o la minaccia dell’uso della forza, e la piena adesione a una soluzione esclusivamente pacifica del conflitto in Nagorno-Karabakh, come proposto dai co-presidente del gruppoo di Minsk dell’OSCE e sostenuto dall’Unione Europea e dal Parlamento europeo.”