Sul nuovo numero: celebriamo Petrarca e l’antropocentrismo

PetrarcaPer la letteratura classica italiana (e mondiale), luglio è un mese importante. Nel 1304 nacque infatti Francesco Petrarca e morì sempre a luglio, ma del 1374. Non fu solo scrittore, poeta e filosofo ma padre spirituale di quell’umanesimo che, grazie al suo noto Canzoniere, fu pietra miliare per l’Italia.

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Il suo antropocentrismo, quindi uomo al centro, gli valse la palma di accanito tifoso della filosofia antica e patristica attraverso l’imitazione dei classici. Si sforzò di dare di sé un’immagine di virtù e di lotta contro i vizi.

prima lug17 bisNon vuol essere retorica ricordare, oggi, la figura del Petrarca perché, al netto di personali simpatie e credi soggettivi, proprio quando la terra sta venendo meno sotto i piedi della moderna società, è dovere pedagogico ricordare chi ha messo l’accento su quei valori e quelle battaglie.

Perché, se davvero vogliamo ricominciare, è l’uomo, alla fine, che deve tornare al centro di tutto.

Da segnalare sul nuovo numero il fondo di Roberto Menia sul pasticcio all’italiana del caso Libia, l’intervista all’ematologo Nikos Sikloglou che punta ad un’accademia di filosofia da aprire in Grecia e in Italia, il ricordo di Enzo Terzi sui 60 anni della Fiat 500, l’intervento di Ignazio Vania sul buon sovranismo che servirebbe all’Italia e la riflessione di Claudio Antonelli sulla differenza tra immigrazione e abusivismo migratorio.

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