Forma è sostanza. Questo il titolo di apertura del nuovo numero di Prima di Tutto Italiani dedicato alla targa per Mirko Tremaglia apposta nella sala Cgie della Farnesina.
“Un bel gesto – si legge nel fondino del direttore -. Di quelli che restano impressi, non fosse altro perché è lì su quel muro a rappresentare una storia, un impegno, una vita. Ci ricorda che la forma è anche sostanza, ci ricorda che se non ci fosse stato quello sforzo e quella determinazione non ci sarebbe stato il riconoscimento istituzionale di un diritto basilare: quello burocratico del voto degli italiani all’estero e quello sostanziale di una presenza ideale, anche se fisicamente lontana migliaia di chilometri.
Oggi va tanto di moda incensare il made in Italy, raccontare i successi planetari della nostra enogastronomia, dei nostri vini e del nostro cibo. Ma pochi ricordano quanti e quali sforzi hanno dovuto compiere i nostri connazionali quando andavano “a bussare” ad una nuova porta, quanti no hanno dovuto subire, quante difficoltà hanno portato in spalla nel potersi affermare in quanto italiani, tra i risolini idioti dei soliti buffoni (che ancora oggi gigioneggiano con lo slogan “pizza, mafia e spaghetti”).
La targa per il Leone Tremaglia è anche per loro, per chi ieri non era ben considerato anche da certa sinistra che oggi si ricorda dell’emigrazione italiana nella retorica banale sull’immigrazione in Italia. E’proprio vero,Tremaglia è stato un precursore, un visionario e un coraggioso, quando visitava le baracche in Germania o le comunità italiane oltreoceano con Giorgio Almirante segretario. E tendeva una mano a chi pensava alla Patria Italia con le lacrime agli occhi”.
Da segnalare sul nuovo numero il fondo di Roberto Menia sull’ex sottosegretario di Gentiloni e Renzi, Sandro Gozi, che va all’Eliseo alla corte di Macron; una riflessione di Mario Ciampi sull’autonomia differenziata; la terza ed ultima puntata del viaggio di Claudio Antonelli sulla tavola italiana in Canada; e un’analisi sul ruolo italiano in politica estera alla luce delle troppe incertezze su Iran, Cina e Russia.