Così va migliorato il voto all’estero: regole e norme anti furbi (ma fare in fretta)

di Pasquale Di Raimo

Considero la Svizzera la 21ma regione Italiana, non abbiamo problemi di soldi come in Venezuela ma problemi di servizi. Se non verrà approvata la proposta di voto elettronico sarà di vitale importanza apportare quantomeno queste modifiche. Votano solo quelli che hanno interesse, come per esempio in Austria (paese di mia moglie). Il comune tramite ufficio elettorale invia all’elettore un formulario in cui deve decidere se ha intenzione di votare (dopodiché viene iscritto nelle Liste Elettorali Residenti Estero per 10 anni, se non vota viene cancellato e si dovrà riscrivere di nuovo). Inoltre le schede elettorali vengono stampate dalla Poligrafia dello Stato e sarà il comune Aire ad inviarle, dopodiché lo spoglio verrà svolto il giorno dopo di quello delle schede dei residenti o il giorno stesso a seconda di quanti elettori della circoscrizione estero votano.

Il Consolato farà solo da tramite presso i vari comuni per gli elettori che non hanno ricevuto il plico elettorale e per sistemare loro situazione Aire.

I Comuni in Italia sono 7904, in certi comuni come in Sicilia o in alabria dove vi sono tanti emigrati basta prolungare lo spoglio di un giorno per quanto riguarda i votanti collegio estero.

Si eviterebbe così il caos di Castelnuovo di Porto, le Tipografie colluse ed il voto sarebbe più sicuro con anche costi minori per lo Stato ed il contribuente.

In secondo luogo il tema dei consolati, che credo sia la madre di tutte le battaglie per gli Italiani all’estero. E’ inconcepibile il ritardo dei servizi: il tutto il perché la lobby del MAIE preferisce avere oltre il 65% di personale di ruolo, mentre se si farebbe come ad esempio in USA, in Germania o in Austria dove il personale di ruolo arriva al massimo al 30% e gli impiegati a contratto assunti in luogo sono il 70%, presentano enormi vantaggi di risparmio sulla spesa pubblica. Per esempio aumentando di poco il Budget del MAIE si potrebbero assumere tanto personale tra la nostra comunità al fine di sveltire i servizi e svolgere quei compiti che adesso fanno i patronati con ovvi risvolti che tutti conosciamo. Una nazione moderna ha consolati che funzionano, non che appaltano i loro compiti ai patronati, perché oberati di lavoro e con una mancanza cronica di personale.

Circa l’Imu vogliamo gli stessi diritti e doveri che hanno i nostri connazionali in Italia. All’estero abbiamo il paradosso che pensionati che hanno sempre lavorato nel periodo del boom economico, e che adesso hanno pensione sicura e ben lauta e casa propria all’estero, per il volere della sinistra erano esentati dal pagamento dell’Imu. Mentre adesso pagano solo il 30% anche se la casa in Italia è la seconda o addirittura la terza: tanti altri che sono in affitto all’estero, di cui tanti precari, si trovano a pagare l’unica abitazione che hanno in Italia come seconda casa.

Se un connazionale all’estero è proprietario di una abitazione è giusto che paghi l’Imu in Italia. Se invece all’estero è in affitto e possiede in patria solo una abitazione / appartamento è altrettanto giusto e doveroso che ne sia esentato come in Italia. Questa è giustizia sociale.

Quando alla fuga di cervelli, qui si tratta di una fuga di disperati che sono sfruttati da tante agenzie private di collocamento sia svizzere che italiane che collaborano in questo nuovo e moderno sfruttamento delle forze lavoro. Tanti non si registrano né all’Aire né si annunciano presso il Consolati di appartenenza per non perdere l’assistenza sanitaria e sfuggono completamente alle varie associazioni dell’emigrazione organizzata. E’ una piaga a livello europeo e mondiale, per sanare la quale occorre agire a livello nazionale ma anche europeo e dichiarare fuori legge tutte queste agenzie interinali. 

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