Circoscrizione Estero e Seggi: come si andrà a votare 

di Francesco Braga 

La Gazzetta Ufficiale del 21 Luglio ha pubblicato i due Decreto del Presidente della Repubblica con le assegnazioni alle circoscrizioni elettorali del territorio nazionale (regione nel caso del ZSenato) nonché alla ripartizioni della circoscrizione Estero del numero di seggi spettanti per l’elezione della Camera dei deputati (22A04231) e del Senato della Repubblica (22A04232). 

Numeri

La popolazione nel 2011, dato usato per il calcolo del quoziente per la assegnazione dei seggi, cioè il numero di cittadini per seggio, è di 59.306.938 per la Camera dei deputati e di 58.277.463 per il Senato della Repubblica. Nel caso della Circoscrizione Estero, che viene divisa in 4 ripartizioni, gli iscritti sono 5.806.068 sia per la Camera che per il Senato.

I seggi disponibili per il territorio nazionale sono 392 alla Camera e 196 al Senato. A questi si aggiungono gli 8 deputati e 4 senatori della Circoscrizione Estero. In aggiunta ci sono 6 senatori a vita, nominati dal Presidente della Repubblica, 5 di nomina Napolitano e 1 di nomina Mattarella.

Alla Camera il quoziente intero per ottenere un seggio è di 149.852 (quindi un seggio ogni 149.852 cittadini). In una prima iterazione i seggi sono assegnati alle Circoscrizioni dividendo i residenti per questo quoziente; ovviamente si generano dei resti. I seggi rimanenti sono quindi assegnati alle Circoscrizioni con il resto più elevato. Per le elezioni del 2022 il resto più elevato che non riceve un seggio è quello di Lazio 2, corrispondente a 60.883 elettori (circa il 40% del quoziente pieno). Nel complesso un meccanismo ragionevole, con poche sbavature.

Per la Circoscrizione Estero alle quattro circoscrizioni viene assegnato un seggio ciascuna; i rimanenti quattro seggi sono assegnati utilizzando un quoziente intero che è molto più elevato di quello usato in Italia: 1.451.417 che si ottiene dividendo i 5.806.068 iscritti AIRE per i quattro seggi disponibili. Questo meccanismo provoca delle distorsioni che di fatto penalizzano le circoscrizioni con un maggiore numero di iscritti AIRE (Europa e America Meridionale).

Al Senato il quoziente intero è 311.879, circa il doppio di quello della camera, come logico attendersi dato che i seggi disponibili sono 196 contro i 392 della Camera. Il resto più elevato cui non spetta un Senatore si osserva in Campania: 152.988 elettori. Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Molise e Basilicata sono garantiti, rispettivamente, 1, 6, 2, 3 seggi; di fatto la Valle d’Aosta ottiene un Senatore con poco meno di 127 mila elettori. Alla Circoscrizione estero spettano 4 Senatori, uno per ciascuna ripartizione, in media uno ogni 1.451.417 elettori, quasi 11 volte e mezza che in Val d’Aosta.

Proposta

Una proposta molto semplice: si valuti l’introduzione nella circoscrizione Estero dello stesso quoziente usato in Italia. Non ci sono immediate ragioni perché il voto dei residenti AIRE debba valere da 1/5 a 1/11 del voto in Italia.

Cosa significa questa proposta? Si considerino le due tabelle: la tabella 1 si riferisce alla Camera; la Tabella 2 al Senato. Entrambe riportano i dati della GU e il numero di seggi assegnati in base alla legge attuale, come indicato nel DPR del 21/7/2022, oltre al numero di seggi che si otterrebbero se venisse usato un meccanismo completamente proporzionale al numero di residenti AIRE di ciascuna ripartizione mantenendo lo stesso numero di seggi – 8 alla Camera e 4 al Senato – (penultima colonna: Seggi con Quoziente puro), o i seggi che si otterrebbero usando lo stesso coefficiente applicato in Italia (ultima colonna: Seggi con Quoziente Italia). 

Conclusioni

I dati delle due tabelle evidenziano gravi distorsioni che penalizzano tutti i votanti AIRE e tra costoro soprattutto coloro che vivono nelle ripartizioni più popolose (Europa e America Meridionale).

I dati non mentono. Se il numero di seggi fosse determinato con lo stesso coefficiente usato in Italia, come sembra ragionevole arguire in base a semplici principi di democrazia, i seggi della Circoscrizione Estero alla Camera passerebbero da 8 a 39, al Senato da 4 a 19. In entrambi i casi cinque volte tanto. Tra parentesi, si potrebbe anche pensare a ripartizioni più piccole, con un notevole miglioramento della rappresentatività degli eletti. Molto probabilmente si avrebbe anche una maggiore affluenza alle urne. Insomma si averebbe una democrazia più partecipata e un sistema elettivo più giusto.

Certo, è ragionevole supporre che il legislatore avesse in mente precise logiche per questa ridotta rappresentatività dei votanti estero. In fondo era una rivoluzione epocale e la prudenza era forse giustificata! È difficile però vederne, oggi, la ratio. È ora di aggiornare la Costituzione, che fissa il numero dei seggi, e correggere questa situazione altamente lesiva del valore dei voti espressi dai residenti Estero.

Non è una cosa facile, ovvio. Ma dovrebbe essere una proposta trasversale, o meglio comune a tutti i partiti che hanno a cuore gli Italiani all’Estero. Contestualmente andrebbe riveduto e modernizzato tutto il meccanismo di elezioni nella Circoscrizione Estero, i servizi consolari, IMU, Tassazione etc. È una battaglia di civiltà e di modernità! Per il voto all’estero la proposta di Legge di FdI e’ un buon punto di partenza! 

Francamente, considerato che una rappresentante eletta alla Camere in America Settentrionale e Centrale (appartenente al PD) ha fatto verbalizzare lo scorso Giugno in una riunione della III Commissione che riteneva inaccettabile che italiani di terza generazione, con linea di italianità intatta, possano riacquistare la cittadinanza perché secondo lei aprioristicamente privi di legami con la Madre Patria, e considerato il fallito tentativo del suo stesso partito di introdurre lo ius scholae senza alcun esame di educazione civica per verificare i legami di cui sopra … l’unica soluzione è di vincere le prossime elezioni e poi usare le regioni controllate dal CDX per proporre la necessaria modifica costituzionale. E’ un processo complesso. Sia chiaro, questo non è un calcolo politico come quelli cari ai sinistri. E’ una battaglia di civiltà.

Ad ogni buon conto basta confrontare i dati della terzultima colonna nelle due tabelle con quelli dell’ultima colonna per capire l’entità della penalizzazione attuale che va corretta. I cambiamenti di seggi aumenterebbero di molto il peso di Europa e America Meridionale. Non è necessariamente detto che i nuovi seggi sarebbero di CDX. Si impone quindi una attenta valutazione politica, prima di procedere.

*Presidente di Canada 1, il Circolo di Fratelli d’Italia in Canada.

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