I giovani emigrati di oggi? Con esigenze diverse: le soddisferemo. L’impegno di Cossari

di Orazio Flacco

Joe Cossari è nato a Borgia, nel catanzarese, nel 1947. E’ sposato con Rosa Valeo e ha due figli, Benito (39 anni), Giuseppe (38anni). Attualmente è Responsabile Patronato ANMIL Australia, oltre che aver ricoperto negli anni vari e prestigiosi incarichi, come quelli di Giudice di Pace Justice of the Peace for Victoria, Sindaco della Città di Knox, membro del COMITES di Melbourne, Membro del Board delle Autostrade Orientali di Melbourne, Presidente della Camera di Commercio di Ringwood, Fondatore del gruppo “Consiglieri Italo Australiani (Public Relations) NIMAC”, Sindaco della città di Maroondah e membro del Ctim. 

Da quanto tempo vive in Australia ?

Sono nato in Calabria e nel 1956 mi sono trasferito a Sidney con mio padre. Come molti italiani, all’epoca siamo partiti per cercare fortuna dopo la miseria portata dalla seconda guerra mondiale. 

Da Sidney ci siamo poi trasferiti nel nord Queensland dove ho passato una vita da imprenditore in vari settori, fra cui quello agricolo. Mi sono dedicato anche alla vita politica locale come consigliere comunale nella città dove vivevo e sociale presidiendo un patronato per le comunità italiane in Australia. Adesso sono quasi pensioanto, possiamo dire. 

La politica quando è arrivata? 

Faccio parte di quell mondo della destra italiana nato e cresciuto attorno soprattutto alla figura di Mirko Tremaglia e concretizzatosi con la creazione del Comitato Tricolore Italiani nel Mondo. Mirko mi volle con sè nel 1982 quando mi chiese di occuparmi del CTIM in Australia divenendone responsabile. Ho militato poi per anni in AN con cui sono stato candidato per il Parlamento nella circoscrizione Esteri per entrare infine nella famiglia di Fratelli d’Italia.

Quali le maggiori difficoltà che deve affrontare un italiano? 

Le cose sono molto cambiate dall’immigrazione che mi ha visto protagonista nell’immediato dopoguerra. I giovani oggi hanno esigenze molto diverse da quelle che avevamo noi, ora sono legate soprattutto all’ottenimento del visto lavorativo, alle relazioni coi datori di lavoro ed ai rapporti burocratici col consolato. Spesso i nostri connazionali che emigrano parlano già un buon inglese, si tratta soprattutto di inserirli nel mercato del lavoro australiano e nel loro sistema amministrativo. 

Come aiutare le comunità italiane? 

Quello che voglio fare è semplice: voglio portare la loro voce in Italia, poiché penso che ad oggi siano totalmente afoni nel trasmettere i loro bisogni e le loro necessità. Bisogna rafforzare il legame fra i due paesi per mantenere un dialogo costante ed evitare che si perda la cultura e le tradizioni italiane per coloro che emigrano. Spesso noi italiani a causa di questa distanza perdiamo la memoria delle nostre origini ed i legami con la madre patria, e questo è qualcosa che deve essere evitato poiché è dalle sinergie e dallo scambio continuo che nascono le idee mligliori e le migliori opportunità. 

Comites e CGIE devono essere riformati per diventare dei veri organismi rappresentativi. Sono queste organizzazioni che devono essere la vera voce degli italiani, ad oggi qualunque decisione presa e discussa rimane carta morta, non si dà seguito a nessuna iniziativa o quasi. Devono essere resi più efficaci ed utili. Devono adempiere alla loro missione. E io mi impegnerò a fondo affinché questo sia reso possible. 

I suoi avversari quali argomenti hanno? 

Ho avuto modo di discutere con Veronica Olivetto, la candidata alla Camera dei Deputati del Movimento 5 Stelle e quest’ultima ha detto pubblicamente che la Presidente Meloni è legata con gruppi estremisti e che vuole far dell’Italia una prigione. Io ho ribattuto che noi vogliamo riformare il sistema di accesso all’immigrazione, per orientarci verso una soluzione simile a quella adottata in Australia. Vogliamo ridare dignità a chi emigra, poiché adesso quello che manca è la dignità umana stessa dei migranti a causa delle condizioni in cui il fenomeno avviene. 

Cosa ha fatto il Pd per gli italiani all’estero? 

Nulla, nulla di cui io sia al corrente. Fanno visite, organizzano pranzi e incontrano le autorità, ma non hanno fatto nulla di reale, se non ricordarsi dei nostri connazionali in campagnia elettorale alla ricerca disperata di voti e consenso. 

Un ultimo appello al voto. 

Io mi impegno a tenere al corrente le nostre comunità, a garantire la presenza sul territorio. Giorgia Meloni è un’incredibile garanzia di stabilità e di onestà, qualcuno che prende una decisione e la mantiene. Questo gioverà moltissimo alla nostra reputazione internazionale, poiché da anni siamo considerati un paese inaffidabile che cambia idea e governo in continuazione e questo è il vero costo dell’incertezza. Un voto per il governo Meloni è un voto per la stabilità, per la coerenza di intenti e per l’affidabilità della politica. Quello che è importante è che le decisioni serie vengano assunte e portate avanti, l’Italia ha perso notevolmente credibilità anche e soprattutto perché non è stata in grado di presentarsi come un paese serio che mantiene la parola data e gli impegni assunti. 

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