Dopo l’Economist, anche Le Figarò analizza i cento giorni del governo Meloni, osservando che di errori non ne sono stati commessi. E dal momento che il dialogo Roma-Parigi sta vivendo una nuova fase, caratterizzata anche dal diverso peso specifico del rapporto franco-tedesco, questo articolo assume una rilevanza significativa.
Si legge sul quotidiano francese che “da 100 giorni, ripetendo ‘l’importante è tenere conto della realtà’, si è molto saggiamente allineata sulla scia di Mario Draghi, riprendendo alla lettere la quasi totalità delle sue politiche: ha presentato a Bruxelles un bilancio 2023 che riprende i grandi equilibri del suo predecessore, anche con un certo rigore, e ha saputo rinunciare rapidamente ai simboli che irritavano Bruxelles”.
E ha aggiunto: “Ha anche dato prova di un certo coraggio politico ripristinando le tasse sulla benzina a partire dal 1 gennaio, il che le è valso l’inizio di uno sciopero dei benzinai. Idem sulla politica esteraschierandosi con la Nato, ha mantenuto il sostegno attivo dell’Italia all’Ucraina, e non ha ceduto un centimetro alle debolezze putiniane dei suoi due alleati, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, che voteranno il sesto pacchetto di invio di armi a Kiev”.