Pare che a Bruxelles un giudice ci sia. E abbia anche iniziato a giudicare. Dopo otto anni dalla prima denuncia, la commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo dice una parola sui comportamenti del Montenegro e chiede al governo di Milo Djukanovic (accusato in passato di contrabbando internazionale di sigarette dalle procure di Napoli e Bari) di risolvere le controversie commerciali con le aziende straniere. A lanciare l’allarme era stata la cipriota Ceac che aveva acquistato la montenegrina Kap, ma dopo aver comprato la fonderia ecco che il governo la chiuse alterando i bilanci.
La Ceac allora avviò un procedimento arbitrale e due anni dopo disse sì ad un accordo amichevole. Ma due anni fa il governo di Djukanovic ha avviato una procedura fallimentare contro la fonderia che è stata dichiarata fallita e messa in vendita. Uno scippo in piena regola, replicato pari pari con l’olandese Msnn che controllava Zelezara, il più grande impianto metallurgico del Montenegro e anche con gli italiani di A2A che dopo aver speso 400 milioni per il 44% della utility elettrica Epcg si sono visti crollare i ricavi.
Il motivo? Il governo montenegrino ha pensato bene di tagliare del 20% i prezzi dell’energia elettrica. Il fatto che oggi un giudice a Bruxelles prenda la parola e giudichi, è certo ancora poco, ma fa sempre un gran piacere.