Polemicamente: salviamo l’extravergine, il nostro “petr-olio”

olioDi Francesco De Palo

Una tac per valutare il tasso di extraverginità dell’olio italiano. Se l’è inventata un team dell’Università del Salento guidato dal prof. Fanizzi, dopo che per anni il silenzio era calato sulle truffe del prezioso oro nostrano apprezzato in tutto il mondo. Negli ultimi mesi tre inchieste della magistratura stanno indagando su possibili cartelli dell’olio che, con solo il 16% di olive italiane, agguantano il marchio made in Italy.

In sostanza, secondo i pm, che hanno ascoltato come persona informata dei fatti anche il sottoscritto a causa di alcuni articoli sull’argomento, una multinazionale spagnola ha acquistato tre grossi marchi italiani con una commistione tra chi vende e compra. Chi perde? La filiera italiana, che alla voce concorrenza vede smarrire principi e regole che siano chiare per tutti. L’olio italiano, secondo gli ultimi studi dell’ateneo salentino, è primo al mondo per proprietà polifenoliche per cui non si capisce perché sino ad oggi il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina non sia intervenuto in modo fermo.

In più si è scoperto che una leggina ad hoc, di una senatrice di Scelta Civica, prescrive che i controlli sull’olio non siano troppo lunghi nei porti italiani: ma proprio le analisi per smascherare le truffe hanno tempi precisi. Che la politica abbia scelto di non vedere anche questa volta?

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