Non è soltanto perché la forma precede la sostanza. Ma perché esiste ancora il giusto e il dovuto.
Apre così il numero di novembre del mensile Prima di Tutto Italiani (CLICCARE QUI PER SCARICARLO) dedicato all’Inno di Mameli finalmente inno Nazionale.
Qualcuno dirà certamente che c’erano e ci sono altre priorità, ma non fa nulla – si legge nel fondino di apertura – . C’è stato il via libera della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama perché quello di Mameli sia ufficialmente l’inno nazionale, buono non solo da intonare prima di una gara della Nazionale di Calcio. Ma da far decantare nei cuori di tutti, piccoli e grandi.
Da far ricordare a quanti stanno depredando un Paese e il suo futuro, a quanti svendono l’interesse nazionale dietro accordi sotto banco e ipocrite promesse, a quanti non hanno compreso come lo spirito nazionale è unitario perché tutela l’interesse nazionale, quindi il benessere comune. “Fratelli d’Italia” venne scelto nel 1946 come inno nazionale provvisorio. Ci sono voluti 71 anni per dare a Mameli ciò che era di Mameli e che lui ha dato a tutti noi. Senza retorica.
Da segnalare sul nuovo numero il fondo di Roberto Menia sull’ipocrisia di chi oggi vorrebbe impiccare la Legge Tremaglia; il ricordo di Edmondo De Amicis, giornalista, inviato e patriota vergato da Enzo Terzi; il libro sulle persecuzioni dei titini ai preti triestini di Claudio Antonelli; l’intervista di Enrico Filotico a Luigi Molieri, direttore di MERCURION SA., dopo il primo Forum Ricchezza promosso a Milano.