La partita (e gli interessi di sistema) dietro il Mes

Unfinished European Union Flag puzzle

di Leone Protomastro

Solo Cipro al momento ha annunciato che richiederà il Mes in Europa: perché dovrebbe farlo anche l’Italia? Il dibattito sta crescendo nel nostro paese, e anche fuori, in considerazione di una certa nebbia che sapientemente il mainstream ha diffuso preventivamente.

Se i fondi del Mes sono così ventaggiosi allora perché non li hanno chiesti anche altri stati in difficoltà, come ad esempio Grecia, Spagna e Portogallo? C’è il rischio che il Mes possa mutare le sue condizionalità strada facendo, imponendo un rigido controllo della troika, così come accaduto durante la crisi ellenica dal 2012 in poi? Sarebbe quello il punto del non ritorno con un memorandum europeo applicato all’Italia?

Sul tema si registra la posizione del M5s, spaccato esattamente a metà: gli ortodossi grillini non lo accettano, convinti che rappresenti una vera e propria trappola per le già disastrate finanze italiche. Pd e pezzi di centro invece sono orientati al sì. Il Mes è fondato sul caso greco e a differenza del Recovery prevede la presenza di un ente che controlla: ovvero la troika.

Ma Palazzo Chigi avrebbe già deciso: i buchi fiscali della crisi strutturale italiana azzoppata dall’emergenza Covid non possono essere coperti solo dall’indebitamento netto dei mercati. Infatti pare siano già stati avviati i primi contatti ad alto livello tra Roma e Bruxelles per il Mes. La richiesta sarà di circa 37 miliardi di euro entro fine anno, con conseguenze ancora incerte per le casse italiane e per i suoi cittadini, che già temono l’applicazione di una patrimoniale.

Tra l’altro sebbene la richiesta di finanziamento da parte della Spagna dal programma Sure potrebbe essere seguita da una richiesta da parte del paese di prestiti dal Mes, Citi stima che nessun paese alla fine ricorrerà alla linea di credito tanto contestata, almeno entro il 2020.

Infatti l’urgenza di appellarsi al Mes è stata sfumata grazie alla significativa contrazione degli spread a seguito dell’accordo del Recovery Fund. Solo uno shock delle agenzie di rating nella seconda metà del 2020 potrebbe portare un paese a richiedere il Mes, sostiene il report di Citi. Perché allora in Italia la corsa al Mes sembra essere avallata da molti schieramenti della maggioranza (e non solo)?

Va osservato che dall’inizio dell’emergenza la Banca centrale europea ha lanciato il Programma di acquisto da 750 miliardi di euro, per contrastare i rischi per la liquidità nell’area dell’euro. È stato portato a 1.350 miliardi due mesi e mezzo dopo. Inoltre la Commissione europea, la Banca europea per gli investimenti e il meccanismo europeo di stabilità (ESM) hanno concordato di finanziare fino a 540 miliardi di euro per aiutare le persone, le imprese e i paesi in tutta Europa, compreso il sostegno alla liquidità alle imprese, il finanziamento per lo sviluppo di trattamenti e vaccini e finanziamenti per l’occupazione.

Molti sono gli analisti secondo cui l’Europa ha provato ad andare incontro a cittadini e imprese, ma il problema è anche come gli standard europei possono in prospettiva diventare standard globali. Ovvero quale sarà il punto di caduta verso Usa e Cina della situazione in Europa.

Nella crisi Covid l’Europa potrebbe essere un modello? Imprese e professioni attendono una visione, più che una pioggia di bonus: e ancora non hanno ben compreso chi pagherà alla lunga tutta questa pioggia di fondi europei.

twitter@PrimadiTuttoIta

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