Greco di nascita, ma italiano di animo: chi è Triantafyllopoulos

di Francesco De Palo

Toc toc, chi è? Sono Makis, greco di nazionalità ma italiano di animo.

La storia che raccontiamo è molto tricolore, per mille ragioni. In primis per una motivazione di cuore. Makis Triantafyllopoulos, principe del giornalismo greco e in testa alle web classifiche mondiali con il suo magazine Zougla.gr (meglio piazzato perfino della Reuters) ha un cuore italiano. Sì, italiano. I suoi anni da studente universitario a Bologna sono stati caratterizzati da una intensa frequentazione con la cultura nostrana: da Federico Fellini a Umberto Eco fino a Lucio Dalla, passando per amori, amicizie, percezioni, storie e cultura rigorosamente italiane.

La storia della sua famiglia è ricca di incroci in quel di Siena, dove appena può torna con compagna e figli.

Nato a Salonicco nel 1954, è figlio di Costantino Triantafyllopoulos, tenente generale della Gendarmeria per molti anni nella guardia personale di George Papandreou e poi esiliato. Ha studiato per tre anni presso l’Università di Medicina di Bologna, Italia, per due anni di scienze politiche nella stessa università per poi trasferirsi ad Atene. E’uno dei volti e delle firme più note del panorama greco, editore e autore degli spettacoli televisivi “Jungle” e “Yellow Press” e fondatore del magazine Zougla.gr che oggi è un punto di riferimento internazionale.

Incontro Triantafyllopoulos nella splendida sede del suo gruppo editoriale, nell’elegante quartiere ateniese di Kifissia, ma subito la conversazione prosegue al desco di una taverna dove apre l’armadio dei suoi ricordi italiani.

Come quella cena a cui prese parte in Emilia Romagna con il gotha della politica e della società italiana, seduto accanto ad un nome sacro dell’arte nostrana come il Maestro Fellini. O come quelle serate trascorse a cavallo delle due torri cantando con Lucio Dalla e gustando l’aria di un’Italia che, oggi, non c’è più. “Tagliatelle, torri e tette” si diceva un tempo di Bologna, quando il Paese era preso da un lato dalle piazze in fermento e dall’altro da quel foklore che è rimasto pre sempre impresso nelle menti delle migliaia di persone che venivano a formarsi nello Stivale.

“Leggete, leggete, leggete”, mi ripete auspicando che i giovani, tra le mille distrazioni dei social e della tecnologia, possano tornare a fare ciò che studenti con pochi soldi in tasca facevano negli anni ’70. La cultura, la formazione, l’apprendistato e l’ascolto dei maestri.

Ma è l’humus italico che si erge a tratto somatico principale di questa personalità poliedrica e sempre curiosa, nonostante le primavere e una carriera roboante sempre sul filo di lana. La voglia di mettersi in gioco, l’esigenza di sentire l’argento vivo sulla propria pelle, lo sguardo rivolto alla prossima sfida, come la versione inglese del suo magazine rivolto al mercato africano. Tutte corse a cui Makis partecipa portando l’Italia nel cuore, perché è in Italia che giunse da giovane studente, è in Italia che ha apprezzato quella sterminata cultura che le arti e le lettere nostrane hanno saputo diffondere, è in Italia che ha costruito una rete di amicizie vere e solide. Come quella con il Campione di motonautica, Fabio Buzzi purtoppo vittima di un incidente pochi giorni fa a Venezia in offshore.

Dopo un meraviglioso pranzo ellenico condito da storie e racconti, ed è questo il jolly che Triantafyllopoulos pesca, ecco ordinare un pizzico di Italia: arriva la sua bottiglia preferita di Limoncello, rigorosamente fatto in Campania. E’l’arrivederci di Makis, è la sua carezza italiana che porterà per sempre nel suo cuore di greco girovago.

twitter@PrimadiTuttoIta

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