La Farnesina è senza guida se manca una semplice circolare per mettere i vaccinati all’estero nelle condizioni di accedere al green pass. Quando un inciampo tecnico così elementare si scontra con l’urgenza di assicurare agli italiani all’estero norme rapide e risolutive significa che non c’è solo un tema legato alle posizioni, ieri filo cinesi oggi di nuovo atlantiste. Ma il tutto verte il manico.

Assistiamo, nei giorni del G20 a Matera, ad una incredibile vicenda che dà la cifra di come la guida della diplomazia italiana sia affidata a chi non ha i necessari galloni per guidarla. Il decreto sulla competenza delle autorità diplomatiche o dell’Usmaf per validare il green pass è monco del provvedimento attuativo.
Possibile che si discuta di massimi sistemi, di transizione ecologica, degli impegni di Di Maio contro il Daesh e poi non vi sia più impegno su una procedura così semplice? Il risultato è che decine di migliaia di italiani vaccinati all’estero rischiano adesso di rimanere senza green pass, con l’aggravante di una coda burocratica infinita di cui non si sentiva francamente il bisogno.
Da un lato il ministro della salute Speranza annuncia di voler vaccinare tutti gli italiani, dall’altro si presenta la criticità per chi si è vaccinato all’estero e oggi rischia di restare senza green pass. Non è un semplice incidente di percorso, ma i naturali frutti di una pianta che non ha la robustezza necessaria per affrontare le sfide che si presentano, gravose, dinanzi a noi. Dispiace che a farne le spese siano ancora gli italiani all’estero.
Chi si è vaccinato all’estero con Sinopharm o Sinovac può avere il Green Pass? Dove e come?
Grazie.
Alessandro
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E’proprio questo il punto. Mancano i decreti.
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