Farnesina, abbiamo un problema, e non da oggi. Titola così il nuovo numero di PrimaDiTuttoItaliani, foglio del Ctim, che mette l’accento sulla grave crisi di leadership in un ministero chiave del nostro paese.

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La crisi afgana rimarca una falla tutta italiana. Il ministro degli esteri dovrebbe riflettere sulla sua permanenza in quel delicato ruolo, che necessita di una grossa dose di esperienza e di competenza. Non è una questione politica, di partito o tattica. Le sfide globali, vicine (Mediterraneo) e lontane (Afghanistan, Cina e Iraq) sono sotto gli occhi di tutti. Faticano i grandi, in occidente e in oriente, figurarsi i neofiti. Magari se qualcuno si volesse ispirare al passato dovrebbe rendersi conto che la rivoluzione tanto annunciata (e fin qui mai attuata) sarebbe tale solo se confortata da quella straordinaria dote che si chiama dignità.
L’eccezionalità della situazione internazionale imporrebbe un passo indietro, non fosse altro che per evitare di sommare inesperienza e insissistenza ad una congiuntura già di per sé complessa. Quando la politica era fatta anche di sezioni, centri studi e giornali si badava molto alle singole aree tematiche, in cui indirizzare quegli esponenti che nel tempo avrebbero ricevuto una formazione ad hoc. Qualche partito oggi lo fa ancora. Mentre i movimenti liquidi e senza spirito preferiscono bearsi del proprio nulla.
Da segnalare sul nuovo numero il fondo di Roberto Menia sulle prossime elezioni Comites, la vergogna delle parole del rettore Montanari contro le foibe, l’iniziativa degli italiani in Grecia per curare il Covid a casa, e la decisione di un tribunale americano contro la furia iconoclasta che si sta abbattendo nelle Americhe contro la statua di Colombo.